Calabria - Dogane, contrattazione a Catanzaro: sindacati e pernacchie

Catanzaro -

Doveva svolgersi venerdì scorso la prevista riunione all’Ufficio delle Dogane di Catanzaro, per discutere della turnazione dell’aeroporto di Lamezia e della richiesta di U.S.B. di rivedere l’accordo sull’orario di lavoro.

 

Temi importanti, dunque, dai quali dipendono interessi diretti dei lavoratori, sia quelli di Lamezia che avevano chiesto in un verbale di riunione l’intervento dei sindacati e l’apertura di una contrattazione, che di tutti gli altri, che si trovano vincolati da un accordo sull’orario di lavoro che, per un errore non prevede la flessibilità in uscita.

 

Bene, ancora una volta abbiamo dovuto constatare come Cgil, Cisl e Uil abbiano preferito cercare di giustificare la propria esistenza con uscite eclatanti, quanto inutili e dai toni assolutamente ingiustificati, che lungi dal tenere in conto le esigenze dei lavoratori, li ha portati ad abbandonare la trattativa, con la scusa, assolutamente incomprensibile, della richiesta di tavoli separati, rito, questo, che ripetono invariabilmente, da un po’ di tempo a questa parte, in tutti gli Uffici della provincia di Catanzaro, incuranti del fatto che i tempi per dare risposte ai lavoratori si allungano di molto.

 

La cosa paradossale è che queste organizzazioni nell’andarsene, hanno affermato, con grande arroganza, di non volersi sedere al tavolo con USB e le altre sigle, perché “loro sono i sindacati maggioritari e maggiormente rappresentativi”!!!

 

Dimenticano, probabilmente, questi signori, che all’Ufficio delle Dogane di Catanzaro, solo per restare ai voti delle ultime RSU, Cgil, Cisl e Uil, tutt’e tre insieme hanno ottenuto 17 voti, laddove la sola USB ne ha avuti 15 e, assieme alle altre sigle escluse, i voti ottenuti diventano 31, quasi il doppio dei voti vantati dalla triplice.

 

Per non parlare, poi del numero degli iscritti. Ma fosse stato anche il contrario, a cosa è dovuta questa arroganza di ritenersi unici detentori del verbo, per cui gli altri non contano?

La verità è che loro, in dogana come altrove, rappresentano interessi che non sono chiari e che certamente non sono quelli dei lavoratori, anzi, come dimostrato anche in questa circostanza, degli interessi dei lavoratori, a loro non importa assolutamente nulla, presi come sono a dover ribadire la loro esistenza e piegando ogni cosa ai loro capricci.

 

Neanche a noi interessa stare al tavolo con loro; a noi dell’USB premono i lavoratori, le loro richieste ed i loro diritti, tutte cose che atteggiamenti come questo allontano sempre di più: a quando uno tsunami nel mondo sindacale, che, come successo nella politica, spazzi via questi pseudo sindacati?

Cgil, Cisl e Uil danno ormai l’idea di quei nobili decaduti che, pur essendo diventati poveri in canna, continuano ad atteggiarsi ad esseri superiori, di altro rango.

 

Vi ricordate il grande Eduardo con il suo famoso “Duca Alfonso Maria di Sant'Agata dei Fornari”, cui faceva seguito un sonoro pernacchio? Beh, di fronte a tutto questo, a noi verrebbe voglia di fare altrettanto.