Calabria - La riorganizzazione alle Entrate deve affrontare ora il nodo di Lamezia Terme
Dopo le aperture degli Uffici di Crotone e Vibo Valentia, avvenute senza grandi problemi, visto che non lì non esistevano Uffici Locali, fra pochi giorni toccherà a Catanzaro, dove, però, si dovrà procedere a sopprimere l’Ufficio di Lamezia Terme.
Nei giorni scorsi sono circolate tra tutti i colleghi le schede di monitoraggio per scegliere se restare a Lamezia o andare a Catanzaro in modo “esclusivamente volontario”; così come registriamo, certamente con piacere, che il Direttore Regionale continua a rassicurare il personale sul fatto che non ci sarà mobilità forzata.
Eppure non siamo tranquilli, per niente. Questa riorganizzazione noi delle RdB non l’abbiamo condivisa, perché riteniamo che l’Amministrazione stia costringendo i lavoratori a fare un salto nel buio che ci fa paura. Nulla, infatti, viene detto su come funzionerà veramente questo Ufficio Provinciale e, soprattutto su come funzionerà l’Ufficio territoriale di Lamezia: chi non vorrà cambiare sede di lavoro, come potrà continuare a fare quello che faceva e a non perdere la professionalità acquisita in tanti anni di lavoro?
L’alternativa dunque sarà: rinunciare a fare il lavoro che ci piace per non perdere la sede di lavoro, oppure rinunciare alla sede di lavoro per fare ciò che abbiamo imparato a fare. Quello che non capiamo di questa riforma, è perché costringere i lavoratori a questa scelta. Di questo dovremmo chiedere ragione ai sindacati che hanno sottoscritto l’accordo del 24 aprile, ratificato a livello regionale anche a Catanzaro: perché l’ hanno fatto? Per tutelare quali interessi? Non certamente quelli dei lavoratori!
Chiediamo ai colleghi di mobilitarsi tutti quanti, senza accettare di cadere nel tranello di mettere i lavoratori uno contro l’altro: qui non ci sono categorie protette e categorie più esposte. Vorremmo ricordare che tutti rischiano; infatti se nessuno opterà per la mobilità volontaria, il personale verrà dirottato nei front office e se un giorno (come temiamo) si dovrà ricorrere alla mobilità forzata, questa potrebbe riguardare anche il personale che oggi è addetto ai servizi.
Chiediamo, dunque, con forza, noi RdB come sindacato, i lavoratori come parte interessata, che si sospenda l’attivazione dell’Ufficio Provinciale di Catanzaro e che venga disposta la contestuale apertura di un tavolo con il Direttore Regionale.