Campania - Dogana, m'ama o non m'ama?!? Il futuro (della riforma) è già qui!

Relazioni sindacali, tra la pessima riforma e le fughe in avanti di chi dovrà applicarla

Napoli -

A chi vive le relazioni sindacali in Campania sembra di assaggiare un antipasto di ciò che potrebbe accadere quando la controriforma Brunetta sarà metabolizzata in tutto il pubblico impiego.

 

Succederà che le materie di contrattazione saranno regolate per legge ed il secondo livello di contrattazione da integrativo finirà per essere meramente applicativo, come sta già accadendo a Salerno, dove il Direttore dell’Ufficio ci dice apertamente e chiaramente che lui interpreta la norma in maniera diametralmente opposta a come la interpretiamo noi, e di quel che pensiamo della cosa a lui ben poco interessa.

 

Succede che il Direttore dell’Ufficio delle Dogane di Napoli 2 ci presenta un Ordine di Servizio già confezionato impedendoci di discutere delle necessità degli uffici, della carenza o meno del personale, della necessità o meno di rinforzare alcuni servizi.

 

Succede che il Distretto è diventato un’arma di pressione notevole sui lavoratori che rende loro la vita impossibile con piccole ma infinite banalità: mancare una timbratura, ad esempio, rischia di portarti al patibolo dove ti chiederanno, ovviamente, di portarti pistola e proiettile e di spararti da solo …… è una questione di economia, bisogna risparmiare.

 

Succederà poi che chi ha strizzato l’occhio a questa riforma firmando accordi di indirizzo “politico” che anticipavano quello che ora ci viene imposto per legge, proverà a livello locale a buttare fumo negli occhi dei lavoratori, soffermandosi a protestare per le virgole dopo aver condiviso la sostanza.

 

Ci riferiamo al Memorandum del 2007 di Cgil Cisl Uil e alla approvazione dell’allora Governo Prodi a cui è seguito l’accordo di Palazzo Chigi sulla riforma del modello contrattuale, stavolta con il governo attuale e senza la firma della Cgil, perché nello sfogliare la margherita del rapporto con gli altri due è venuto fuori un bel “non m’ama”, ed al cuor non si comanda.

 

Ma poi ritrovano l’unità convocando un’assemblea a Napoli, con l’ormai immancabile ruota di scorta, per denunciare quello che noi delle RdB stiamo stigmatizzando da mesi. Non c’è verbale di riunione sindacale nel quale non inseriamo i nostri timori per la deriva dei rapporti sindacali e pure evitano la nostra presenza nelle loro assemblee “unitarie”, forse per timore che qualcuno faccia capire da dove deriva il problema.

 

Comprendiamo che, con le elezioni delle RSU di novembre hanno bisogno di farsi vedere in una veste un po’ più tersa, lavata, insomma messa a nuovo.

 

Comprendiamo pure la CGIL, perché nello sfogliare la margherita del rapporto con gli altri due stavolta è venuto fuori un bel “m’ama”, ed al cuor non si comanda. Resta il fatto che ancora una volta restiamo soli a batterci per difendere i lavoratori, perché questo è il nostro impegno principale, non quello di giustificare i nostri errori.