Campania - Entrate, NO! alla chiusura dei Team delocalizzati
In data odierna abbiamo ricevuto la comunicazione ufficiale da parte della Direzione Provinciale II di Napoli della chiusura dei Team Delocalizzati di Nola.
Questa decisione è solo il compimento della volontà dell’Amministrazione di accentrare le attività di controllo e legali.
L’USB fin dall’inizio si oppose a tale scelta al punto tale che non firmò gli accordi sindacali. I motivi erano molteplici e senza elencarli è sotto gli occhi di noi tutti che è stata una scelta incomprensibile e fallimentare.
Naturalmente la responsabilità di tutto ciò è dell’Amministrazione Finanziaria e dei Sindacati firmatari.
Ciononostante quell’accordo conteneva un principio ed era la volontarietà della scelta di ogni lavoratore di scegliere tra la sede e/o la funzione.
Qualche anno fa, quando l’Amministrazione decise di chiudere i Team Delocalizzati di Nola, essa voleva derogare al principio della volontarietà e provvedere ad una semplice informativa sindacale in cui avrebbe tenuto conto solo di alcuni casi in cui il disagio potesse essere grave.
Secondo l’Amministrazione l’aggravio di spese e di tempo nel dover raggiungere una sede più lontana non fosse un grosso problema per i lavoratori. Infatti quando si tratta della Dirigenza ragionano allo stesso modo in quanto si calcolano delle indennità per ogni “metro” che fanno.
Comunque lasciamo queste terribili contraddizioni alla coscienza di chi le permette e torniamo a Nola in quanto lì è accaduto quello che dovrebbe accadere sempre!
Quasi tutti i lavoratori di Nola si ribellarono compresi quelli del Territoriale che non sarebbero stati colpiti dal provvedimento.
La prima sigla che si mise al fianco dei lavoratori appoggiandoli nella protesta fu l’USB.
Le altre al principio dicevano che non si poteva fare nulla in quanto le leggi Brunetta e Madia avevano concesso poteri all’Amministrazione che le permettevano di decidere in autonomia.
Noi dell’USB fin dal primo momento dicemmo che non era così e approfondendo il problema tirammo fuori il citato accordo tra Sindacati ed Amministrazione che, nonostante non fosse stato da noi firmato, almeno conteneva una cosa di buono da salvare: il principio della volontarietà.
Purtroppo però improvvisamente coloro che lo avevano firmato non lo ricordavano più!
Naturalmente l’USB evidenziò tale chiara contraddizione e ciò non piacque alle altre sigle in quanto avrebbe potuto creargli una perdita del consenso.
A quel punto si risvegliarono tutte le sigle che si ricordarono che tra le altre molteplici attività a cui si dedicano che c’è anche quella di tutelare i diritti dei lavoratori.
La ferma opposizione dei lavoratori e l’appoggio di tutte le sigle sindacali determinò che l’Amministrazione dovette fermarsi e congelare il progetto che solo oggi è stato portato a termine ma nel modo corretto: rispettando la volontà dei lavoratori.
Cosa ci insegna tutto ciò?
Che l’unione dei lavoratori è stata la forza che solo USB ha rispettato senza tentennamenti. Ciò perché noi non abbiamo altro interesse se non quello di appoggiare il rispetto dei diritti di tutti.
Le altre sigle non sono affidabili in quanto un giorno si accordano con l’Amministrazione per poi un altro dimenticarsene. Solo quando corrono il rischio di perdere consenso, ipocritamente, fingono di tutelare gli interessi di tutti i lavoratori.
Ma l’insegnamento più amaro è che la maggior parte di noi non si rende conto di ciò e lo dimostra quando sceglie a quale sindacato tesserarsi e quale votare alle elezioni RSU.
Purtroppo è una miopia che va curata altrimenti non potremo sperare davvero che il nostro futuro migliori.