Campania - Entrate, POER … dietro l'apparente concorsualità la solita opinabilità
Prove scritte con criteri oggettivi per la valutazione, criteri predeterminati per l’attribuzione dei punteggi dei titoli, selezione trasparente e con regole analoghe a quelle dei pubblici concorsi, volte a garantire trasparenza e a ridurre la discrezionalità nella scelta dei destinatari dell’incarico… sembrava troppo bello per essere vero… ed infatti non era vero…
Già dalle prove scritte si era ben compreso che a fronte di un notevole formalismo, tipico dei concorsi pubblici (con rigoroso anonimato della prova scritta grazie alle due etichette da incollare sulla scheda con dati anagrafici e sulla scheda delle risposte) mancava tuttavia la sostanza tipica di prove concorsuali.
Di norma in ogni concorso pubblico i candidati hanno domande diverse per “fila” o più frequentemente le stesse domande, ma disposte in ordine diverso. Viceversa, assegnando a tutti le stesse domande nello stesso ordine, è chiaro che non si è garantito che il risultato conseguito sia frutto di lavoro individuale e non di “equipe” … inoltre i posti dove sedevano i candidati non era stabiliti dalla commissione (come di norma avviene nei pubblici concorsi per evitare collaborazione tra persone legate da rapporti di parentela o conoscenza) ma scelti dai candidati stessi.
Quanto alle prove orali, anche in questo caso, venivano disattese le prassi da anni seguite per gli orali di praticamente tutti i concorsi pubblici. Di norma si procede, infatti, all’estrazione delle domande… mentre nel caso delle POER, anche le domande “tecniche” venivano decise dai membri della commissione.
Notevoli perplessità non possono non esserci anche con riferimento alla composizione delle Commissioni. In tema di concorsi pubblici, in presenza di un rapporto di collaborazione professionale o di “comunanza di vita” si ritiene sussistere incompatibilità tra componenti della commissione e candidati.
Nel caso delle selezioni per le POER, taluni candidati hanno avuto come membri della commissione preposti a valutarli dirigenti con i quali si trovano quotidianamente a lavorare (basti pensare a diversi capi team o “incaricati” con i più elevati punteggi agli orali) e ciò non sembra certo garantire parità di condizioni tra tutti i candidati.
Nemmeno sembra si possa sostenere che nella scelta di chi debba ricoprire posizioni di responsabilità, siano state premiate competenze e professionalità dimostrate sul “campo”, visto che si sono ritrovati con massimo punteggio per talune posizioni, candidati privi di esperienza alcuna nel settore per il quale avevano partecipato alla procedura selettiva.
Del resto le commissioni hanno fatto ampio utilizzo del loro potere discrezionale all’orale (che si è rivelata la prova determinante) con punteggi anche di 1.5 su 15 (e ricordiamo che gli ammessi all’orale avevano tutti almeno conseguito il punteggio di 8 nella prova scritta “non discrezionale” …).
In sostanza, come sempre, l’unica cosa che veramente sembra determinante nella scelta è l’essere nella “cerchia di persone di fiducia” dell’Amministrazione …