Campania - Entrate: Progressioni economiche, tra errori e primalità per i soliti noti
Dopo la prima lunga fase della procedura per le progressioni economiche 2017, caratterizzata da dati incompleti, inesatti o mancanti contenuti nelle domande, inseriti da parte dell’Amministrazione, auspicavamo, almeno con le graduatorie, di non rilevare ulteriori errori e conseguenti lungaggini connesse.
Abbiamo tuttavia ricevuto numerose segnalazioni da parte dei lavoratori che nelle graduatorie risultano diversi errori ed abbiamo pertanto invitato l’Amministrazione, con la nota allegata, a provvedere a una pronta correzione.
Restiamo, inoltre, a disposizione dei lavoratori che necessitino di assistenza per presentare un ‘istanza di correzione, ove ritengano che la posizione o il punteggio attribuiti dall’Amministrazione siano errati.
Dopo aver visto le motivazioni della scelta di coloro che fanno parte del 7% siamo fieri di rammentare la nostra contrarietà a tali forme totalmente discrezionali e opinabili di scelta dei lavoratori da “premiare”, non perché in teoria non possa essere un bel concetto quello del merito, ma per la consapevolezza di quello che poi accade quando si attribuisce un potere così ampio all’Amministrazione.
Dalla lettura delle motivazioni risulta evidente come si tratti di ragioni assolutamente generiche e soprattutto dell’assoluta impossibilità di comprendere, per l’assenza di momenti o riferimenti comparativi, cosa i “meritevoli” abbiano fatto in più, rispetto a tanti altri lavoratori che con impegno e dedizione hanno contribuito agli obiettivi istituzionali dell’Agenzia.
Tale potere di scelta, che le sigle firmatarie dell’accordo hanno voluto conferire all’Amministrazione, non solo va a discapito di quei lavoratori che sulla base di criteri oggettivi (come anzianità e titoli) si sono di poco visti negare una progressione economica, in taluni casi attesa da diversi anni, ma finisce per favorire, dati alla mano, lavoratori che in virtù anche di incarichi o per il particolare tipo di attività hanno una maggiore visibilità agli occhi di una dirigenza che, nei grandi uffici, non ha ovviamente un rapporto diretto con tutti i lavoratori.