C'era una volta... (ovvero la favola del comma 165)
C’era una volta un re, Perdenzo Fluido, che, per comprendere quanto i sudditi lo amassero, decise di trattarli male. “Più subiranno in silenzio e più vorrà dire che mi amano”, pensava tra sé e sé.
Limitò i mezzi di sostentamento quotidiano e disse ai sudditi che se, col loro lavoro nei campi, avessero prodotto più grano di prima gli avrebbe concesso una parte di quel grano, il 2%, con cui avrebbero potuto garantirsi leccornie favolose…
Ebbe ragione. I sudditi si ingegnarono per produrre più grano, molti di loro facendo cose che non gli spettavano per rango e preparazione… ma tant’è… il miraggio di favolose leccornie, oppure la necessità, per molti, era persino più forte della loro dignità.
Il re diventò sempre più ricco e potente e gioiva della abnegazione dei propri sudditi… oltre a lavorare tantissimo litigavano tra loro su come spartirsi quei pochi chicchi di grano che lui gli concedeva…
Il re, poi, dovette partire per un lungo viaggio, e sul trono salì lo sceriffo di Sondrium, Julius Duevalli che, per dimostrare di essere il più amato, decise di cambiare le regole.
Emanò l’editto 165 con cui promise ai sudditi che avrebbero potuto ricevere, oltre ad una parte del raccolto prodotto, anche una parte del ricavato della vendita dei terreni che loro lavoravano, e comunque, una parte dei risparmi che gli stessi avrebbero ottenuto… ma, disse, “solo chi sta seduto sul trono può decidere, a suo piacimento, qual è la percentuale di tutto questo che vi spetta, solo chi sta seduto sul trono può decidere quando, e a chi, concedere questa percentuale“.
I sudditi, incuranti del fatto che questo avrebbe alla lunga comportato l’assenza di ogni mezzo di sostentamento, accettarono di buon grado, nella speranza di accedere a quote sempre più alte di grano, che venissero vendute un po’ per volta le proprietà… e inoltre accettarono di risparmiare, così cominciarono a lavorare di più, sempre di più, sempre di più, e sempre con meno mezzi…
Dopo alcuni anni re Perdenzo Fluido tornò e salì nuovamente sul trono portando con sé in visita alle terre del reame l’Imperatore Veroa-Gonfia I. I due videro ciò che aveva fatto Duevalli ed ebbero paura che i sudditi amassero lui più che loro. Così decisero di maltrattarli ancora di più.
Cominciarono ad insultarli, dicendo che molti di loro erano “nullafacenti”, che mettevano a rischio il raccolto di tutti, che andavano isolati ed eliminati, perché chi restava potesse ottenere di più… accusarono i loro sudditi di “spionaggio” e ne fecero incarcerare diversi. E poi il capolavoro: all’Imperatore Veroa-Gonfia I venne l’idea di cambiare il calendario, due anni diventavano uno (così avrebbe evitato per un anno intero di dare ai sudditi quanto spettava loro)… e in più decise che, a prescindere da quanto i sudditi avessero prodotto o risparmiato, fermo restando la sua arbitrarietà nello stabilire percentuali e tempi, non avrebbero potuto mai ricevere più di tanto…
… come continua questa fiaba? Lo decidi tu.
E’ la nostra storia. Quella degli incentivi per produrre di più… si chiamino essi 2% o si chiamino essi comma 165. Vuoi continuare ad essere suddito silenzioso o vuoi finalmente dimostrare che pretendi i tuoi diritti?
Le RdB/CUB sono sempre state contrarie a questa logica. Oggi la misura è colma. Dichiariamo lo stato di agitazione del personale. Organizzeremo assemblee in tutta Italia per informare meglio lavoratrici e lavoratori e per costruire con loro una forte reazione a queste scelte inique. Per cambiare la legge. Chiediamo anche agli altri sindacati di ricordarsi il loro ruolo originario… di ricordarsi che sono dalla parte dei lavoratori e schierarsi con noi in questa battaglia di civiltà.
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