Argomento:

Comma 165. Le firme. Il contesto. Il percorso.

Roma -

Arrivano a grappoli le firme dagli uffici. Rileviamo, rispetto a raccolte di firme che abbiamo effettuato in altre occasioni, una maggiore adesione immediata. Ci avviamo velocemente alle 5.000 firme già pervenute al nostro fax di raccolta (06 233 200 763).

La maggioranza delle firme pervenute finora arriva da piccole realtà, molte delle quali dove le RdB/CUB non sono neppure presenti. Questo dimostra che sui contenuti, se si riesce a scrollarsi da dosso le etichette, è possibile costruire dal basso l’unità dei lavoratori. Il fatto poi che manchino all’appello ancora i grandi uffici, dove sappiamo che, per motivi oggettivi, la raccolta di firme è più complicata, ci fa pensare che il grosso delle firme è ancora da venire…

Non riusciamo ad immaginare un obiettivo numerico… ma teniamo fissa la barra sui contenuti della petizione… così come facemmo alcuni anni fa con la raccolta di firme sulla stabilizzazione del salario accessorio… obiettivo che quando siamo partiti, pareva impossibile, ma che è stato raggiunto… oppure come facemmo, qualche anno dopo, con le firme raccolte per una progressione economica per tutti, altro obiettivo impossibile che in buona parte è stato raggiunto…

La raccolta di firme serve così a perseguire un nuovo obiettivo “impossibile”… ma serve anche a ragionare attentamente sul concetto di produttività. Cosa che riteniamo molto importante.

Infatti, mentre da una parte il Governo stipula il Memorandum sul Pubblico Impiego, che assume il ragionamento sulla produttività come l’asse portante della “nuova” Pubblica Amministrazione, dall’altra, in una realtà, come quella delle Agenzie Fiscali, dove gli indicatori di produttività sono già la nostra vita quotidiana, nega ai lavoratori i fondi che avevano maturato proprio sul piano della produttività, e quindi disvela i veri obiettivi della cosiddetta “riforma”.

Altro che strumenti per valorizzare i meritevoli nei confronti dei “fannulloni”. Si tratta solo di strumenti per tagliare i costi. Per mettere sempre di più i lavoratori sotto scacco.

Per questo vogliamo cambiare la legge. Affermiamo che chiunque abbia a cuore lo sviluppo di un’attività (e nel nostro caso si tratta della lotta all’evasione fiscale) deve pensare a investimenti. Deve garantire ai lavoratori certezza nei tempi e negli importi corrispondenti ad obiettivi di crescita del gettito. Deve progettare intervento e deve investire preventivamente su quel progetto, non come ora, che prestazioni e produttività vengono pagate, se vengono pagate, con anni di ritardo.

IL NO COMMA 165 DAY che organizzeremo per il 21 MARZO è quindi una tappa importante.

In quella data consegneremo a Roma, al Ministero del Tesoro, e in molte città, alle Prefetture, le firme raccolte fino a quel momento (è quindi importante raccogliere ed inviare il maggior numero di firme entro quella scadenza).

NO COMMA 165 DAY significa che non vogliamo più sistemi di retribuzione come il comma 165. Sistemi di retribuzione “a rischio”. Significa che sappiamo quanto noi valiamo, quanto il nostro lavoro vale e vogliamo che come tale venga valutato.

Rilanceremo poi il 30 marzo, in occasione dello Sciopero Generale di Pubblico Impiego, proprio contro la scelta di smantellamento della Pubblica Amministrazione, di cui l’operazione governativa sul comma 165 ci pare sia un chiaro segnale. Smantellamento che si concretizza nell’azione combinata di Finanziaria, Memorandum di Pubblico Impiego e Decreti Lanzillotta.

Poi continueremo a raccogliere le firme, organizzando altre iniziative, sempre per sensibilizzare politici ed opinione pubblica e poi elaborare un progetto di legge che permetta una vera valorizzazione dei lavoratori del fisco e del loro lavoro.