Convenzioni e manifestazioni
Combatteremo lo stravolgimento delle Agenzie sino alla fine
Soltanto il generico impegno ad aprire un tavolo di confronto con i direttori delle (sopravvissute) Agenzie, quando il decreto legge n. 87/2012 sarà convertito in legge. È questo il magrissimo risultato della riunione sulle convenzioni 2012 fra il MEF e le Agenzie fiscali che ha visto la latitanza per l'ennesima volta dell'autorità politica.
USB ha subito impedito che la riunione evitasse di affronta il nodo della soppressione e dell'accorpamento delle Agenzie con le annesse preoccupazioni per il corretto funzionamento della macchina fiscale. Ciò malgrado il tentativo in apertura di far scivolare la discussione sui binari della normalità come se nulla fosse accaduto dopo il confronto negoziale di qualche settimana fa sui piani aziendali.
Come se nel frattempo il decreto legge n. 87/2012 non avesse prodotto lo stravolgimento delle Agenzie e non stesse preparando anche le condizioni per la chiusura di un numero oggi non quantificabile di sedi territoriali. Come se quel decreto non stesse aprendo la concreta prospettiva dell'ennesima mobilità forzata con annessa perdita di professionalità per migliaia di lavoratrici e lavoratori, rendendo di fatto inattuali anche quei piani aziendali che i direttori delle Agenzie, tutti presenti, avrebbero firmato al termine della riunione.
Nulla è stato detto sul futuro del nostro salario accessorio, quel Comma 165 che ad oggi non esiste e sul quale non si sono fatte che generiche promesse. Non si conoscono nemmeno i tempi della firma (eventuale) del decreto da parte del ministro Grilli. In realtà siamo di fronte a una ben nota ritualità, quasi rassicurante dato che nei dodici anni di vita delle Agenzie fiscali il Comma 165 ha sempre vissuto in questa dimensione di incertezza e volatilità. È la nostra istintiva diffidenza verso il ministro Grilli, unita al peggioramento del quadro generale che ci fa temere più che nel passato per la sorte del Comma 165. Se in passato tutti si fossero impegnati come noi per la stabilizzazione del salario accessorio, oggi non dovremmo preoccuparci per i possibili tagli e non dovremmo ogni anno mendicare i soldi per gli obiettivi raggiunti l'anno prima. Del ministro Grilli non ci fidiamo a ragion veduta, dato che è lui il responsabile politico dello sconquasso delle Agenzie fiscali, in nome della spending review.
Abbiamo chiesto ripetutamente la presenza di un rappresentante del governo al tavolo, almeno come segno di responsabilità se non di attenzione verso le lavoratrici e i lavoratori. Ma poiché mancano entrambi, nessuno si è presentato e la riunione è scivolata verso un finale di assoluta incertezza. Non ci ha stupito il ruolo da prefiche delle "maggiori" organizzazioni sindacali che di fatto stanno accompagnando la dismissione delle Agenzie fiscali, piangendone la fine senza muovere un muscolo per provare ad evitarla.
E sinceramente ci stupisce il fatto che perfino nelle amministrazioni direttamente coinvolte dalla soppressione (in realtà tutto il comparto è coinvolto o stravolto dal decreto 87) queste organizzazioni sindacali vantino ancora un seguito fra i lavoratori.
Per quanto ci riguarda, non diamo per persa questa battaglia finché non sarà finita e comunque non la considereremo una sconfitta nostra. Abbiamo fatto e stiamo facendo quanto è in nostro potere. In troppi purtroppo, sotto il pelo dell'acqua remano contro per assecondare la corrente di interessi più grandi che non sono gli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori.
Nel pomeriggio del 19 luglio, in continuità con la manifestazione del 3 luglio scorso a Montecitorio, abbiamo protestato davanti al Senato con un presidio organizzato da USB e FLP contro la soppressione dell’Agenzia del Territorio e dei Monopoli di Stato, contro la chiusura di centinaia di sedi di lavoro, e contro l’attacco portato da questo governo contro i dipendenti pubblici.
In contemporanea nella mattinata si è svolta a Milano una partecipatissima assemblea dei dipendenti delle Agenzie Fiscali, dove è emersa con chiarezza la netta contrarietà agli atti messi in campo dal Governo che vuole accorpare le amministrazioni e ridurre del 10% gli organici.
Noi continueremo a far sentire la nostra voce di dura opposizione alle politiche messe in campo da questo governo che vuole far cassa solo ed esclusivamente tagliando lo stato sociale, contro questa politica di tagli che non produce altro che disservizi per i cittadini, che crede che con il licenziamento dei dipendenti pubblici si risolvano tutti i problemi del nostro Stato.
Per questo parteciperemo anche al presidio che si terrà Mercoledì 25 Luglio dalle ore 10 a Palazzo Vidoni in Corso Vittorio Emanuele in occasione della convocazione presso il Dipartimento della Funzione Pubblica dove si svolgerà un incontro sulle ricadute nel Pubblico Impiego della manovra della spending rewiew.
Noi saremo ancora presenti per far sapere a questo governo che i dipendenti pubblici non sono un problema, ma una risorsa, per il Paese.