Dogane - Ancora ai blocchi di partenza

Nessun accordo dopo l'incontro del 16 marzo

Roma -

Incarichi di responsabilità Il nostro contratto prevedeva già dal 2004 l'istituzione delle posizioni organizzative, retribuite con un importo fino a 9000 euro di cui 2500 a carico del fondo e la restante parte a carico dell'Agenzia. Il nostro integrativo ha invece previsto che gli incarichi in Dogana venissero inseriti in un istituto non previsto dal contratto nazionale, gli "incarichi di responsabilità", retribuiti fino a 4000 euro totalmente a carico del fondo. Questa era una delle contraddizioni di quel contratto, che noi abbiamo definito uno scadenzario, che rimandava le questioni più importanti ai 15, 30, 60 o 90 giorni a seguire. I giorni sono diventati anni e i nodi, inevitabilmente, sono arrivati al pettine.

 

Con la scoperta che le promesse sono rimaste tali, prevedevamo per i Lavoratori un brusco risveglio e una probabile fase di rimpallo di responsabilità che ci bloccherà ancora chissà per quanto tempo. La nostra preoccupazione è ora l'ostinazione. Siamo nel 2009, è intervenuto nel frattempo un nuovo CCNL, l'integrativo riferito al contratto precedente non è ancora applicato né, in molte sue parti, è applicabile. Prima ci si rende conto degli errori fatti in quell'integrativo, prima ci si rimetterà in moto per dare risposte ai bisogni concreti di tutti i lavoratori.

 

Se non si ha contezza delle risorse disponibili a causa dei tagli avvenuti per legge e dei fumosi contratti firmati da alcune OO.SS. rischiamo una politica del “si salvi chi può”. In questo momento il nostro salario accessorio versa nell'incertezza più totale, e affrontare il problema per categorie di lavoratori è come la corsa alle scialuppe di salvataggio mentre la nave affonda. I dirigenti, che hanno la quota variabile di salario fissata a priori e garantita dall'indennità di posizione si sonno messi già in salvo, poi si passerà a salvare dai tagli Capi Area, Capi Sot e Solc, poi le risorse finiranno e il problema rimarrà per la stragrande maggioranza dei lavoratori. Lungi da noi non riconoscere la particolare responsabilità di queste posizioni, ma sarà per noi indispensabile che l'Agenzia faccia altrettanto e metta la quota a suo carico prevista dal CCNL e si stabiliscano con chiarezza i criteri per l'individuazione dei funzionari coinvolti.

 

Profili professionali Se la prima bozza fatta circolare dall'Agenzia era fin troppo dettagliata, quella diffusa alla vigilia della riunione è stata quantomeno scarna nel definire le declaratorie delle attività svolte dai profili. La differenza sostanziale consiste nella scelta di ricomprendere gli attuali profili tecnici (perito chimico in particolare) nelle attività svolte dall'assistente doganale. La questione non è di poco conto e si può inquadrare sotto più punti di vista. Se è innegabile che il perito svolga una sua funzione peculiare, è altrettanto innegabile che nel prevedere un suo sviluppo professionale nella Terza Area gli ostacoli incontrati sono stati, da sempre, insuperati. È questo secondo aspetto la questione più importante da affrontare.

 

La soluzione potrebbe essere quella di prevedere un ulteriore profilo tecnico in Terza Area distinto da quello del chimico, con l'evidente difficoltà di prevederne l'accesso dall'esterno in coerenza con l'attuale quadro normativo, o inquadrare attività tecniche specifiche sia nell'assistente doganale sia nel funzionario doganale, per non costringere i tecnici ad abbandonare la loro professionalità in occasione (speriamo presto per tutti) di un passaggio di Area. Noi siamo aperti a discutere qualsiasi soluzione, purché si discuta. Tutte le problematiche relative ai profili sono state soltanto sfiorate ma mai sviscerate fino in fondo. Aspettiamo i nuovi profili da talmente tanto tempo che non ci si può permettere di riproporre le problematiche di quelli precedenti.

 

Quindi semplificazione sì, ma sufficiente chiarezza nel chi-deve-fare-cosa, nella trasposizione fra i vecchi e i nuovi profili dopo la progressione esclusivamente economica avvenuta nel 2005, sui potenziali sviluppi economici, che per noi, al di là della posizione di ingresso prevista, devono essere apicali per tutti i profili. Se anche nella bozza che l'Agenzia si è impegnata a presentare il 26 marzo non ci sarà sufficiente chiarezza su questi temi, proporremmo l'immediata apertura di un tavolo tecnico che lavori a ritmi serrati fino alla definizione di nuovi profili professionali.

 

Per superare finalmente una fase "transitoria" che dura ormai da quindici anni, ovvero dall'introduzione delle aree, per ottenere una più stretta corrispondenza con le mansioni effettivamente svolte, ma soprattutto per consentirci di muoverci con disinvoltura nella giungla di regole legislative e contrattuali che hanno finora dato una sponda a chi ha impedito che il riconoscimento della nostra professionalità si concretizzasse in un legittimo diritto alla carriera. Proprio per questo abbiamo chiesto che la discussione sui profili il 26 marzo integri e non sostituisca quella sulle progressioni economiche all'interno delle aree, argomento già previsto all'ordine del giorno, e che nel frattempo si acceleri l'iter del bando per i passaggi fra le Aree.

 

Se il 26 nulla dovesse cambiare le richieste al tavolo non basteranno più e la parola passerà ai lavoratori che dovranno far sentire la loro voce per ottenere ora quello che da troppo tempo gli viene promesso.