Dogane. Mobilità regionale Campania e Calabria. Sempre peggio!
Mobilità regionale : Watherloo o Stalingrado? Veramente diffide pensare che si sarebbe potuto scendere così in basso.
La mobilità regionale in Campania e Calabria ha richiesto un lavorio di circa due anni per poter essere varata, e lo si è fatto con un accordo che questo sindacato non ha esitato a definire vergognoso. Pensavamo si fosse toccato il fondo con accordi di parte che, tenendo conto delle esigenze di “sigla”, salvaguardavano gli interessi di qualcuno a danno degli altri, tutti gli altri.
Ci sbagliavamo. Giunti li in fondo e pronti a scavare non abbiamo trovato le classiche pale, ma trivelle ben oleate e funzionanti il cui motore era fornito dalla Direzione Regionale, il supporto dalla UIL, la colonna da SALFI ed INTESA e la punta della trivella nientemeno che dalla CGIL: davvero una bella Compagnia Produzione Buchi.
Ma facciamo un po’ di chiarezza.
L’accordo è stato siglato dai su nominati a seguito di una sorta di pianta organica (necessariamente informale) venuta fuori da un meccanismo matematico proposto dalla Direzione Regionale ed accettato da tutti i sindacati. Così facendo si pensava che la Direzione stessa non avrebbe potuto contestare i risultati da lei stessa cercati ed ottenuti con un suo metodo.
In seguito venivano verificate le carenze delle dogane di Napoli Terra e di Napoli II^ e ci si apprestava alla creazione della SOT di Caserta.
Le RdB non firmavano l’accordo, come pure FLP e CISL, perché ritenevano contenesse troppe voci discrezionali a favore dell’Amministrazione (e, di conseguenza, contrarie ai lavoratori) e perché non condividevano la “stabilizzazione selvaggia” dei distacchi ritenendola un metodo per accontentare alcuni amici più che la maniera per sanare reali e più generali questioni sospese.
Tornando all’accaduto, accordo fatto, quindi via al bando per i posti negli uffici carenti già menzionati.
Tutto sembra scorrere secondo le regole fino al colpo di scena.
Nell’incontro del 17.02.2006 la Direzione Regionale comunica che non ha nessuna intenzione di attivare la mobilità per Napoli Terra e, mentre ci porta la lieta novella, ci mostra anche la graduatoria degli aventi diritto (perché non renderla pubblica?).
“AVENTI DIRITTO”, come suona strano in un posto in cui il diritto resta legato alla momentanea valutazione delle cose più che che ad un globale e “concertato” giudizio .
Alla nostra reazione decisa si associavano solo CISL ed FLP che, come noi, ricordiamolo, non avevano firmato l’accordo.
Gli altri, i firmatari, avevano atteggiamenti ….. diversi: chi si assentava per fare una telefonata, chi si distraeva leggendo un articolo di legge (?), chi ti guardava sorridendo come a dire “che è successo eh … che è successo?…”.
Insomma il nulla.
Come se tutto fosse normale, come se tutto fosse ineluttabile o, forse, come se tutto fosse già deciso, già pronto.
Vista l’ottima accoglienza offerta dai firmatari alla sua proposta (già se l’aspettava?) la Direzione rincara la dose: non solo non mando nessuno a Nola ma anche a Caserta voglio valutare se chi ci va ha la giusta professionalità (come se avessimo tutti fino ad oggi raccolto noccioline anziché occuparci di pratiche e tecniche doganali), ed a Capodichino non mando tutti quelli con la 104 ma solo una percentuale (e questo col beneplacito, anzi con l’appoggio incondizionato della rappresentanza della CGIL -sindacalismo ad personam?-).
Anche qui è necessario che tutti abbiano veramente chiaro come stanno le cose, perché sarebbe troppo facile, per loro, far pensare che i colleghi tutelati dalla legge 104 siano comunque sempre avvantaggiati o che la loro tutela sia uno svantaggio per tutti gli altri.
Nei titoli valutabili per la mobilità non è presente alcun punteggio da assegnare al portatore di 104. Di conseguenza capita che i colleghi destinati in teoria a Capodichino o Nola o Caserta, quelli poco graditi per intenderci, sono semplicemente i primi in graduatoria perché hanno il punteggio più alto, e questo a prescindere dalla fruizione del titolo offerto dalla 104.
In pratica affermando che non tutti i fruitori di 104 possono avvalersi della tutela di legge, quella che è una legge, ribadiamo, essenzialmente di tutela, viene utilizzata per PUNIRE chi ne dovrebbe invece usufruire, stravolgendo completamente il senso ed il significato della legge stessa asservendola ad interessi di parte, siano essi dell’Amministrazione che di altri.
Essere avanti in una graduatoria per anzianità e titoli vari non basta più.
DIREZIONE, CGIL, UIL, SALFI ed INTESA hanno introdotto un nuovo e più importante titolo: il GRADIMENTO.
Oramai non vi sono più regole, gli accordi non contano, non contano le firme, non contano i diritti.
La deriva, cui i lavoratori delle Dogane in Campania sono oramai abbandonati, è una deriva della disponibilità, della ragione e del diritto e, purtroppo, del sindacato anzi di alcuni sindacati.
La necessità di porre un freno a questa ondata di insipienza è fatto improcrastinabile.
In questa situazione ciascuno di noi ha il dovere di fare quanto è in suo potere.
Noi delle RdB ci esponiamo continuamente, non senza problemi, e continueremo a farlo, ma ora è necessario che anche voi tutti facciate la vostra parte che anche da voi tutti venga un pesante appoggio al nostro operato.
E, badate bene, non vale far finta di non vedere solo perché non si è coinvolti direttamente, con questo andazzo toccherà a tutti, prima o poi, doversi difendere, nessuno escluso.
Chi non è sindacalizzato si iscriva ad un sindacato, ma non uno tra quelli cui è indirizzato il giudizio negativo espresso con questo documento.
Chi è iscritto ad uno dei sindacati di cui sopra faccia pressione sui suoi rappresentanti, chieda con forza un cambiamento e se non lo ottiene li abbandoni, molli la tessera, perché questa è la cosa di cui più hanno paura: la perdita del gradimento (contrappasso?).
Ai colleghi di Napoli Terra diciamo: ora sapete da chi veramente arriva un attacco al vostro lavoro e allora regolatevi di conseguenza perchè ora finalmente siete in grado di comprendere di chi potete fidarvi e di chi no, chi è dalla vostra parte, comunque e sempre, e chi invece vi prende in giro.
Combattere questa battaglia non è solo un fatto sindacale, è un fatto sociale, una necessità di tutti i lavoratori delle dogane della Campania.
Noi vi abbiamo indicato una strada, quella chiara e trasparente che da sempre noi percorriamo: speriamo di ritrovarci uniti in seguito.
Il Responsabile per le Dogane in Campania
De Stefano Felice