Dogane Monopoli - NO ai poltronifici, NO alle esternalizzazioni, NO alle derive poliziesche

Roma -

La tradizione vuole che si scelga il mese di agosto per introdurre novità e cambiamenti, se negativi.

Ed è quello che è successo all’Agenzia delle dogane e dei monopoli, dove il “decreto agosto” ha introdotto la possibilità di costituire una società ad hoc per la gestione e la commercializzazione di alcuni servizi dei Laboratori chimici, che andrebbe ad infoltire la galassia di società private a partecipazione pubblica che ruotano intorno al Fisco.

In particolare la società in house potrà essere costituita per lo svolgimento, con criteri imprenditoriali, dei servizi di certificazione di qualità dei prodotti e l’uso del certificato del bollino di qualità, previo riconoscimento all'Agenzia delle dogane e dei monopoli di una royalty.

Royalty per lo sfruttamento di un marchio a fini commerciali. Se fossimo di fronte ad un tax planning di una azienda privata non ci stupiremmo se fosse prevista la sede legale di questa nuova società in Olanda, per eludere la tassazione sulle royalties.

Stiamo invece purtroppo parlando di una Agenzia Fiscale che prevede di esternalizzare un servizio che sarebbe perfettamente in grado di svolgere con risorse interne e di introdurre pericolose forme di privatizzazione del rapporto di lavoro. Evidentemente non soddisfatto dell’attuale formulazione della norma, il Direttore dell’Agenzia fa inoltre sapere ai suoi interlocutori sindacali privilegiati (Cigl Cisl e Uil) che sarebbe opportuno che in sede di conversione si elimini l’obbligo di utilizzo del personale dell’Agenzia e auspica che possa essere la sua firma in verde a sancire la nascita della nuova società piuttosto che il Ministro con proprio decreto.

Noi non abbiamo mai condiviso processi di esternalizzazione e privatizzazioni e non condivideremo perciò un’operazione che mira ad affidare ad una società privata funzioni proprie dell’Agenzia. A maggior ragione in una fase in cui l’emergenza sanitaria ha fatto emergere la necessità di potenziare l’investimento sul settore pubblico tali iniziative hanno il sapore di una vera e propria provocazione.

I fatti d’altronde ci dicono che, la cessione di servizi pubblici ad enti privati ha spesso determinato solo un aumento dei costi e un peggioramento dei servizi, non rispondendo affatto a quei criteri di efficacia, efficienza ed economicità dell'azione amministrativa evocati da chi le ha favorite.

Come è facilmente dimostrabile, le esternalizzazioni obbediscono molto spesso ad altri criteri “politici”, nell’accezione più bassa del termine, come ad esempio la volontà di alimentare i poltronifici che garantiscono incarichi, compensi, gettoni di presenza da elargire a destra e a manca.

Questa roba non è emendabile, come auspicato da Cgil Cisl e Uil e dal Direttore dell’Agenzia, ma in sede di conversione va cancellata per non aprire un pericoloso precedente che potrebbe portare alla proliferazione di società in house per la gestione di servizi considerati non strategici per le funzioni dell’Agenzia, ma strategici per la creazione di poltrone per gli amministratori, consiglieri, consulenti. Ma evidentemente l’aumento di poltrone, fuori da ogni regola, è argomento caro a questa Agenzia che già, col Piano triennale del personale ha esternato la volontà di coprire le carenze di organico dirigenziale con incarichi diretti senza concorso.

Non cadiamo certo nelle illusorie ipotesi che i proventi siano destinati al fondo del personale ADM. Il vertice dell’Agenzia finora non solo non è riuscito ad elevare i tetti del nostro salario accessorio, ma nemmeno a garantire che rimanessero ai livelli precedenti, con la decurtazione di ulteriori 16 milioni di euro nel 2018. Questo vertice, che si è rimangiato persino l’impegno di erogare i buoni pasto in smart working, non ha nessuna credibilità da parte nostra su questo fronte.

Per la cancellazione di questa norma abbiamo scritto al Ministro, ma le novità negative e pericolose che il mese di agosto ha portato in eredità ai Lavoratori dell’Agenzia non sono finite qua.

Con l’Ods 50/2020 veniamo a conoscenza che due colleghi hanno ottenuto il riconoscimento di agenti di P.S. con un provvedimento del Prefetto di Roma del 3 agosto, e sono stati assegnati alle dirette dipendenze del Direttore dell’agenzia “per ragioni di sicurezza ed ordine pubblico”.

Non ci è dato di sapere né quali siano le ragioni di sicurezza ed ordine pubblico né su quale base giuridica si basa un simile provvedimento. Allo stesso modo non ci è dato di sapere con quali mezzi, con quale professionalità, con quale addestramento verranno garantiti questi compiti.

L’unica cosa certa è che questo inevitabilmente alimenterà i rigurgiti “polizieschi” che di tanto in tanto riaffiorano nella nostra amministrazione e che un simile ordine di servizio legittima l’utilizzo di risorse strumentali e umane non solo per scopi istituzionali dell’Agenzia ma anche per gli spostamenti privati del suo direttore, poiché le ragioni di sicurezza non cessano nel momento in cui cessa l’attività istituzionale.

Abbiamo chiesto al Prefetto chiarimenti su questo provvedimento e alla Funzione Pubblica chiederemo come questo si concilia con le mansioni previste dal nostro ordinamento professionale, attendiamo risposte.

Nel frattempo metteremo in campo specifiche iniziative sindacali per scongiurare il pericolo della frammentazione dei nostri compiti in società partecipate che compongono la galassia Fisco e arriveremo allo sciopero se sarà necessario, per scongiurare che l’Agenzia diventi un poltronificio e contro qualunque tipo di deriva poliziesca.