Dogane- RSP, un'altra pezza cucita su un vestito vecchio

La trattativa è prigioniera delle “aspettative maturate nei colleghi” e non guarda mai avanti

Roma -

Come avevamo preannunciato nel precedente comunicato, nella riunione del 7 giugno si è affrontato l’argomento del budget di sede 2009 con l’obiettivo principale di inserire una nuova voce che andasse a compensare la cancellazione dell’istituto della Rsp a seguito dei rilievi della Ragioneria dello Stato.

Il problema di chi ha effettuato ore di lavoro supplementare e si aspettava di ricevere la maggiorazione prevista della Rsp esisteva senz’altro, ma ne esiste anche un altro, che ci ha portato a non firmare l’accordo. Si stanno ancora chiudendo le trattative sul budget di sede 2008 (proprio ieri c’è stata una riunione alla Direzione regionale di Roma).

Quando si concluderanno le trattative per il 2009 sarà verosimilmente passato anche tutto il 2011 e ci ritroveremo di nuovo a non poter innovare degli istituti perché si sono create ulteriori aspettative. Il ritardo con cui si aprono le trattative sui Fondi e le logiche conservative della maggioranza delle sigle sindacali, testimoniata anche dal documento congiunto siglato a fine riunione da Cisl Uil e Salfi, rischiano di trascinarci in una dialettica sindacale di  retroguardia dettata da eventi esterni senza che si riesca mai ad essere noi ad imporre i temi del confronto.

Così si agisce solo se gli organi tecnici cancellano l’istituto della Rsp, se una direttiva europea sull’orario di lavoro ci impone di regolare contrattualmente l’istituto dello straordinario, se per legge ci impongono tagli e tetti da salariali, ma non siamo mai noi a cercare di innovare istituti vecchi e a sperimentarne di nuovi che possano contribuire al miglioramento del benessere dei  Lavoratori delle Dogane.

Sono in fondo le stesse considerazioni che ci portarono a dare un giudizio negativo sul CCNI delle dogane e che pure ieri è stato richiamato più volte nella nota congiunta. La nota richiama anche il decreto legislativo 150/2009 e l’accordo del 4 febbraio.

L’ultimo riferimento ci ha stupito. L’accordo del 4 febbraio non è una legge, è un'intesa politica che non ha ancora prodotto effetti diretti se se non nell’indirizzare, politicamente appunto, le parti firmatarie, e solo quelle, alla trattativa sul CCNQ sul nuovo sistema di relazioni sindacali. Gli effetti che quell’accordo intende produrre indeboliscono ulteriormente il peso della contrattazione,  poiché subordina le relazioni sindacali alla tutela della produttività,  accettando di fatto  il blocco dei contratti fino al 2014 e rinunciando volontariamente al confronto sull'organizzazione del lavoro.

Ma nella fase attuale il dibattito sull’accordo del 4 febbraio non può che essere un dibattito esclusivamente politico. Tutti i tentativi di dare oggi a quell’intesa un risvolto concreto, e positivo, nei posti di lavoro è un goffo tentativo di giustificare una pessima firma.Solo quello che verrà fuori dal CCNQ, se e quando verrà stipulato, avrà affetti giuridici. Quanto rispecchierà le cattive intenzioni dei firmatari dell’intesa (Governo,Cisl, Uil e Salfi) lo vedremo.

Noi ci batteremo perché le intenzioni rimangano tali e, ovviamente, contrasteremo ogni tentativo di anticipare i temi di quell’intesa nell’attuale confronto sindacale nell’Agenzia.