Emilia Romagna - Dogane, cisl la scimmietta dell'amministrazione

Bologna -

Dopo il comunicato di denuncia di USB intitolato “ Una collana di perle rare”, la CISL risponde, come fa di solito, per conto dell’Amministrazione. I lavoratori delle Dogane di Bologna hanno, infatti, ricevuto una e-mail direttamente dall’ufficio di Staff del Direttore delle Dogane di Bologna il 3 agosto alle 9:04 contenente la lettera del delegato provinciale della CISL. Questo fatto è di per sé rivelatore di quanto siano alterate, sbilanciate e condizionate le dinamiche sindacali in questa realtà lavorativa.

 

Sembra di assistere ai quegli spettacoli comici dove il ventriloquo s’infila il guanto con la scimmietta che fa parlare come se fosse animata. Ma qui non c’è nulla di comico e vedere le relazioni sindacali ridotte a una palese confusione di ruoli non ci fa ridere, casomai il contrario.

 

La “scimmietta” inizia con un autoelogio simile a quello dell’oste che assicura che il suo vino è buono. Dichiara di rappresentare i suoi iscritti e racconta che ci sono tanti lavoratori che si rivolgono “agli eccellenti servizi offerti dal nostro Patronato e dal nostro CAF”. Come per dire che rappresentano anche questi? Fanno compilare un questionario sul mobbing ai lavoratori prima di compilare il 730?

 

Nel comunicato della CISL FP di Bologna o meglio nella lettera indirizzata ai dirigenti dell’Amministrazione e ai lavoratori della SOT, si afferma che “sparare nel mucchio ricorda il metodo Brunetta”. Peccato che con Brunetta la CISL, e non certamente USB, ha firmato accordi a tutto spiano che hanno permesso il degrado delle relazioni sindacali - che in questa vicenda si vede tutto - e la realizzazione di tutte le nefandezze che negli ultimi anni sono piovute sulle spalle dei lavoratori.

 

La “scimmietta” mostra di non capire a chi e a cosa USB si riferisce allorquando denuncia i rischi operativi, come ha fatto nel comunicato sopra citato e si mostra allibita di quanto sta succedendo tanto da riservarsi di chiarire “andando a parlare e sentire i lavoratori e i suoi associati”. Ma allora parla a titolo personale o per conto del “ventriloquo”?

 

La commedia termina dichiarando che occorre far chiarezza su quello che sta accadendo non per tutelare i lavoratori ma per la “tutela dell’immagine della stessa Amministrazione”. E che c'entra l'immagine dell'Amministrazione?!? Pensavamo si stesse parlando di rischi professionali, di tutele, di benessere organizzativo, della necessità, in ultima istanza, di assicurare il sereno, corretto e tutelato svolgimento delle delicate mansioni affidate ai lavoratori doganali!

 

Il problema fondamentale è quello delle relazioni sindacali così come evidenziato anche nel verbale del 31.05.2011, sottoscritto anche dal delegato CISL, in cui la stessa Direzione Interregionale, venuta a conoscenza del non corretto esercizio delle relazioni sindacali presso l’UD di Bologna, “propone la costituzione di un tavolo unico interregionale, tale da favorire una più frequente partecipazione sindacale" e, nello stesso verbale, si parlava anche delle questioni legate alle somme non corrisposte.

 

Per quanto riguarda le pressioni sui lavoratori ci sembra che questo non sia un fatto nuovo, né sia un fatto esclusivamente doganale. È, casomai, il frutto di un modello organizzativo che fa dipendere dal lavoro di molti la retribuzione accessoria di pochi e che non distribuisce risorse proporzionate ai rischi che si corrono (e comunque riteniamo che non si dovrebbero correre rischi, nell'esercizio delle nostre funzioni).

 

USB denuncia questa deriva in tutto il comparto Agenzie Fiscali, dove si moltiplicano casi incresciosi di lavoratori esposti a rischi enormi, costretti a operare in condizioni di scarsa sicurezza, esposti a modalità operative per le quali, se qualcosa va storto, sono essi stessi a pagare le conseguenze più pesanti.

 

USB non permetterà che i lavoratori siano costretti a correre rischi quando svolgono correttamente il loro lavoro. Difendere la dignità dei lavoratori significa (anche) assumersi l'onere di evidenziare e censurare quelle situazioni di disagio che non potrebbero essere espresse altrimenti, se non esponendo in prima persona gli stessi lavoratori.

 

C'è chi, come noi, crede di dover fare sindacato così e c'è chi sceglie di stare dalla parte del "più forte" non perdendo mai l’occasione di sottolinearlo e abbandonando i lavoratori al loro destino.

 

Questo, e non la tutela dell'immagine di chicchessia, è il nodo della questione!

 

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