Emilia Romagna - Dogane, girare la frittata
Leggendo l’informativa sindacale, da parte del Direttore dell’UD di Bologna, sulla movimentazione del personale abbiamo appreso che non solo i cuochi sanno girare bene le frittate.
Non ci stiamo a condividere la cena! La realtà è diversa da come questo direttore vuole servirla. E’ dalla prima movimentazione del personale che richiediamo criteri trasparenti, chiari che forniscano tempi e sedi di lavoro certe.
Ma da parte del direttore dell’Ud sono pervenuti solo dinieghi riguardo le nostre richieste di un tavolo di confronto per poter ricercare, anche condivisi, criteri e modalità che andassero incontro sia alle esigenze dell’amministrazione che, ovviamente, a quelle delle lavoratrici e dei lavoratori.
Dalle assemblee dei lavoratori che si stanno svolgendo in questi giorni si ribadisce la necessità di fare chiarezza in questo sistema autoritario di spostamenti privo di senso logico, oltre che contro le direttive dell’Agenzia delle Dogane!
E poi il direttore si meraviglia che le OO.SS. facciano quadrato negando i trasferimenti dei delegati. Come USB abbiamo dichiarato che sino a quando non ci siano regole chiare nessuno deve essere trasferito. Evidentemente non è bastato al direttore trasferire forzatamente, l’anno scorso, diverse persone, anche ignorando tutele previste dalla legge, con le conseguenti reazioni da parte degli stessi, delle sigle sindacali e delle RSU che dopo un anno non si sono ancora concluse. No, non è bastato, ora chiede il nulla osta per potersi meglio muovere a suo piacimento, per creare ulteriori tensioni e forme di “ricatto” con rappresentanti e lavoratori per affermare la sua prepotenza!
Abbiamo già ribadito alla dirigenza che il piano triennale di prevenzione della corruzione 2014-2016 delle Dogane non indica gli spostamenti come strumento principale, anzi sottolinea che debbano essere utilizzati con parsimonia, ma come diceva un vecchio detto “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”. E così va avanti imperterrito sulla sua strada sino a quando i lavoratori non punteranno i piedi e inizieranno a reagire ai soprusi.
Come già accaduto un anno fa si sposteranno ancora i soldati semplici e non i comandanti, come invece prevede la legge anticorruzione. Non sarebbe stato più semplice discutere insieme su criteri uguali per tutti e trasparenti, laddove fossero veramente necessari, senza dover arrivare ad un braccio di ferro che irrigidisce ed inasprisce qualsiasi rapporto? Ma poi la direzione non avrebbe più potuto fare i suoi comodi e spostare chi voleva punire e chi voleva premiare!
Con tutto quello che sta facendo per peggiorare il clima lavorativo speravamo che almeno avesse la decenza di rispondere alle nostre denunce sul microclima in aeroporto, ma certi argomenti cadono nel silenzio: ci piacerebbe far lavorare lui con una temperatura di 28,5° o 17°.
E’ spiacevole constatare l’esistenza di un Direttore che rifiuta il confronto o che lo propone solo quando è convinto di imporre la sua volontà inondandoci di chiacchiere inutili. Insomma, gli piace “giocare sporco” ma non è certo così che si favorisce il benessere organizzativo dei lavoratori! La forza dei lavoratori è la loro compattezza, quando se ne renderanno conto sarà possibile contrastare queste ingiustizie e fermare il “padre padrone” solo attraverso la mobilitazione e il conflitto.