Emilia Romagna - Entrate, accordo sul fondo di sede ma non sull'indennità di sportello

Bologna -

A Bologna si è tenuto un altro incontro presso la Direzione Provinciale per “ratificare” l’accordo raggiunto il 21 giugno per la ripartizione del fondo di sede, con l’approvazione della RSU e delle OO.SS..

 

Ancora bloccata al palo l’ipotesi di ripartizione per l’attività di Front-office ed è increscioso che si perda ancora tempo nel pagare un anticipo sul 2013 che non sarà più tale se sarà liquidato a fine anno o, peggio ancora, nel 2014.

 

Ad inizio discussione tutti hanno riconosciuto che l’attività di sportello è molto stressante, non per le diverse lavorazioni svolte, ma perché, soprattutto in questo periodo di crisi, presso gli uffici si presentano cittadini esasperati che, anche per 10 euro da pagare, diventano rissosi, e alcuni professionisti, caricati da certa stampa, sempre pronta a denigrare il servizio pubblico, diventano sempre più arroganti e offensivi.

 

Come insiste USB, più che la professionalità deve remunerarsi il disagio allo sportello. Se fosse possibile misurare l’arroganza e la maleducazione forse saremmo propensi a differenziare, ma per questo non c’è alcun controllo da parte del sistema informatico.

 

Sarebbe utile che la Direzione Regionale porti a conclusione la “promessa”, fatta in un precedente incontro, di inviare una nota agli Ordini professionali, per avere una maggior collaborazione e limitare l’arroganza. Ma non ci sembra che l’amministrazione si muova spesso, così celermente, come ha fatto il direttore centrale per la segnalazione di Ichino sul rilascio dei codici fiscali.

 

Pensiamo che non sia possibile procrastinare oltre l’accordo per corrispondere l’indennità di sportello ai front-office, e, se la Direzione Provinciale ritiene non accettabili le nostre richieste, condivise dagli altri sindacati, è opportuno richiedere il tavolo regionale.

 

Poi la discussione è andata “a ruota libera” su quanto sta succedendo negli uffici della Direzione Provinciale di Bologna, quindi non informazione ma “impressioni e pareri personali”, che non hanno alcun valore ma che riportiamo per avere un’idea di ciò che si è detto:

  • Imola è forse sovradimensionata.
  • In Direzione Provinciale c’è carenza di personale inquadrato nella seconda Area.
  • Nell’ufficio Controlli l’area imprese minori e lavoratori autonomi svolge un lavoro più complesso rispetto all’area imprese medie dimensioni.
  • Ci potrebbe essere un movimento di qualche unità di personale tra le aree dell’ufficio.
  • Il direttore ha ribadito di non essere d'accordo con lo spostamento di risorse all’Area Controllo così come chiesto dalla Direzione Regionale.
  • Dovrebbero essere in arrivo 7 o 8 tirocinanti.
  • Nel 2010 sono arrivate sulla carta 7 unità di personale, purtroppo si sono fermate in Direzione Regionale alimentando alcune “sacche” di cui non si comprende l’utilità.
  • Gli Uffici Territoriali di Bologna svolgono un carico di lavoro tra il 25 e il 30 % dell’intera regione. Sono il primo impatto e il biglietto da visita per l’Agenzia, andrebbero quindi, secondo USB, salvaguardati almeno pagando in fretta l’indennità a loro spettante e proseguendo i passaggi di fascia economica.

 

Su tutto ciò crediamo sia necessario un confronto sindacale prima di operare qualsiasi tipo di movimentazione o cambiamento.

 

Nelle “parole in libertà” anche l’amministrazione concorda che sia in auge una pessima abitudine di preoccuparsi troppo del “fare”, senza curarsi della qualità del lavoro. Purtroppo sul “fare” fioccano troppo facilmente anche sanzioni disciplinari. Sarebbe più utile, invece di preoccuparsi di raggiungere gli obiettivi richiesti di apprezzare la qualità dei servizi rilasciati ai cittadini grazie alla buona volontà e alla pazienza delle lavoratrici e dei lavoratori e puntare ad un efficace lotta all’evasione fiscale, piaga del nostro paese sicuramente non per colpa dei lavoratori.

 

Siamo stanchi di questo continuo “denigrare” l’operato dei lavoratori pubblici che dovrebbero invece essere visti come la risorsa su cui investire per uscire dalla crisi, mentre invece sia lo Stato, con i blocchi contrattuali ed i tagli al salario accessorio, sia l’Amministrazione, che non vuole concludere le progressioni economiche, hanno deciso di “affossare” peggiorando condizioni economiche e lavorative.

 

Anche per questo il 18 ottobre sciopereremo e scenderemo in piazza per gridare a tutti che siamo una risorsa da valorizzare per il Paese e non un costo da abbattere.