Emilia Romagna - Entrate, come si distrugge la democrazia rappresentativa
La storia della democrazia affonda le sue radici nell’antica Grecia e nonostante le Costituzioni nate dalla resistenza e secoli di lotte per affermarla c’è sempre chi, attraverso atteggiamenti autoritari, cerca di sottomettere la libertà di pensiero e di espressione.
Stiamo parlando della nostra Direzione Regionale che non ci ha convocato il 1 ottobre sulla sicurezza nei posti di lavoro in DR e Dp di Bologna e che se ne frega degli iscritti e dei voti con cui le lavoratrici ed i lavoratori delle Funzioni Centrali hanno decretato, a livello nazionale, USB come sindacato maggiormente rappresentativo e vogliono calpestare anche i risultati delle recenti RSU dove nella Direzione Regionale i lavoratori hanno sancito essere USB il primo sindacato.
A noi non piace la legge di rappresentatività sindacale che non permette ai lavoratori di una struttura di scegliere da chi farsi rappresentare perchè i conteggi si devono fare sempre su bacini più ampi di lavoratori ma non accettiamo che anche quando tale soglia sia raggiunta si introducano ulteriori cavilli antidemocratici che di fatto rendono nulla tale rappresentatività, così come accade con l’articolo 7 del CCNL che costringe e impone la sottoscrizione dello stesso, per esercitare il diritto di rappresentanza, già duramente conquistato.
Tra l’altro nell’incontro si parla di sicurezza nei luoghi di lavoro e che la presenza di USB al tavolo, che sono mesi che si batte da sola in regione per parlare dei problemi in tutte le DP, porterebbe un punto di vista in più nella difesa dei diritti dei lavoratori.
Se l’Amministrazione sceglie di non convocarci ai tavoli o peggio le organizzazioni sindacali chiedono di buttarci fuori è solo per calpestare il diritto democratico di rappresentanza con la chiara volontà di limitarlo e poi cancellarlo definitivamente.
Se non difendiamo i nostri diritti, anche da norme ingiuste, ci ritroveremo presto a rimpiangere una democrazia già troppo martoriata.
Grazie a tutti coloro che hanno già sottoscritto la mozione di cancellazione dell’odioso articolo 7. Difendiamo i nostri diritti. Difendiamo la democrazia!