Emilia Romagna - Entrate, contro la chiusura coinvolti politici e associazioni dei consumatori

Bologna -

L’iniziativa del 7 aprile dei lavoratori delle Entrate e dell’Inps (l’assemblea pubblica tenutasi in via Aldo Moro organizzata da USB) sta producendo i primi frutti, con la politica locale e le associazioni dei consumatori che iniziano ad interessarsi della questione e a chiedere di rendere conto alla direzione provinciale e al Consiglio Regionale.

 

Un’interrogazione, a risposta scritta, al Consiglio Regionale è stata, infatti, presentata dai consiglieri regionali presenti all’assemblea, con la quale è stato chiesto, alla Giunta Regionale, di interessarsi riguardo i processi di chiusura e riorganizzazione in atto all’Agenzie delle Entrate e dell’Inps. Un altro passo sarà poi l’incontro che si terrà giovedì 21 aprile con due parlamentari della Commissione Bilancio alla Camera, ai quali esporremo e motiveremo la nostra contrarietà per la chiusura di Nanni Costa.

 

Coinvolgere la politica per evitare la chiusura dell’ufficio Nanni Costa, significa evidenziare che non si tratta di un semplice problema di trasferimento dei lavoratori, già di per se drammatico, ma interessa tutta la cittadinanza e quindi il governo locale e nazionale.

 

Nel frattempo anche le associazioni dei consumatori si sono mosse: alla richiesta, ai vertici locali dell’Agenzia delle Entrate, di chiarimenti in merito alla chiusura della sede di via Nanni Costa, l’Agenzia ha risposto con le solite rassicurazioni sui servizi che saranno addirittura migliorati poiché aumenterà il numero degli sportelli sul territorio (ma questa era più o meno l’analoga promessa che fu fatta quando si decise di sopprimere Bologna 1). Ovviamente come USB stiamo lavorando con l’associazione dei consumatori per dimostrare l’irrealizzabilità di quanto sostenuto dall’Agenzia.

 

La strada è ancora lunga, ma noi non ci fermeremo! Fatti come lo smantellamento dei servizi pubblici o il complicarne l’utilizzo che sono l’anticamera dell’abbandono delle attività tipiche dei servizi al contribuente e ghiotto boccone servito agli intermediari (CAF, patronati, etc.), devono essere denunciati e fermati, così come deve essere chiaro che la questione della soppressione di una sede di lavoro non deve essere intesa come un semplice fatto di riallocazione di “pedine” su una scacchiera che calpesti diritti e dignità delle persone.

 

Avremmo voluto, molto volentieri, continuare con un fronte unitario di lotta, ma quando c’è stato bisogno di coinvolgere le OO. SS. Nazionali (per intendersi, le stesse - Cgil, Cisl, Uil e Salfi - che firmarono l’”Accordo quadro relativo alle ricadute sul personale conseguenti all’attivazione delle direzioni provinciali” del 24 aprile 2009, sbandierato come uno strumento di difesa e tutela dei lavoratori ma che evidentemente non tutela nessuno!) molti hanno scoperto la loro vera identità di “venditori di fumo”, e quando si è deciso di coinvolgere tutto il Pubblico Impiego regionale, le forze politiche e le associazioni di categoria, altri hanno fatto “orecchie da mercante”.

 

Quando per evitare la chiusura di Nanni Costa, come USB, abbiamo accelerato i tempi (non si possono aspettare 37 giorni per inviare una lettera alla Direzione Centrale quando al 1° settembre ne mancano solo 150!) e alzato il tiro, gli altri hanno scelto di proseguire a passo di lumaca con limitate azioni locali dimostrando, nei fatti, di non voler contrastare l’atteggiamento autoritario utilizzato sin qui dalla DR e dalla DC.

 

Questo vuol dire continuare in linea con il sostegno all’Amministrazione, e su questo occorre dire che c’è molta coerenza. Ma anche noi siamo coerenti e continueremo, imperterriti, a fermare riorganizzazioni che peggiorano la vita a lavoratori e cittadini.

 

Scarica il comunicato e l'interrogazione regionale in fondo alla pagina.