Emilia Romagna - Entrate, Non solo il governo ma anche cgil cisl e uil vogliono che TU NON scioperi!
Non a caso … il 20 novembre all’Agenzia delle Entrate, assemblea unitaria di cgil, cisl uil …
In Emilia Romagna, così come in tutt’Italia il 20 novembre c’è l’unico sciopero generale nazionale del Lavoro Pubblico con manifestazioni in tre grandi città (Milano, Roma e Napoli). La notizia data anche dagli organi di stampa è stata decisa dal consiglio nazionale di USB il 16 ottobre e due giorni dopo alcuni quotidiani titolavano: “Lo sciopero dell'USB (20 novembre) mette in difficoltà Cgil, Cisl e Uil”.
L’affronto del governo che vuole rinnovare 6 anni di mancato rinnovo contrattuale con 5 euro mensili di “aumento” introducendo norme capestro che taglieranno ulteriori diritti ai lavoratori e sanciranno la raccomandazione del dirigente come misura per le progressioni economiche e la distribuzione del salario accessorio hanno fatto decidere ai delegati USB riuniti a Roma di lanciare uno sciopero generale con manifestazioni di piazza.
Uno sciopero aperto a tutti dove possono confluire i disagi di lavoratrici e lavoratori colpiti con la chiusura degli uffici, la mobilità, l’aumento dei carichi di lavoro, il blocco salariale e anche con l’aumento delle tariffe e la privatizzazione dei servizi pubblici. A questo si è aggiunto, nelle ultime ore, anche il pericolo della guerra che si tradurrà in ulteriori tagli e diminuzioni di diritti per i lavoratori e cittadini delle nazioni coinvolte.
Scioperare non basta più, occorre anche manifestare il proprio disagio e cercare di convincere i lavoratori a non abbandonare questo strumento di lotta che il governo vuole cancellare dalla costituzione.
CGIL, CISL e UIL, per non disturbare il PD, hanno deciso di fare una passeggiata di sabato e di non aderire allo sciopero, limitandosi a fare grancassa facendo circolare solo degli “agitati” volantini. Ma se questo non bastasse hanno deciso di “boicottare” lo sciopero contro queste politiche con la scelta di effettuare un assemblea a Bologna proprio nello stesso giorno dello sciopero.
E’ uno schiaffo in faccia al diritto di sciopero e non può essere sottaciuto e in una giornata di conflitto tra i lavoratori e la USB che li rappresenta ed il Governo dei padroni, dimostra chiaramente da che parte stanno i Confederali. Alla nostra richiesta di cambiare data per l’assemblea non è ancora arrivata una risposta ufficiale.
Speriamo che questi professionisti dell’imbonimento, pagati con fondi pensione, enti bilaterali e di formazione, complici del disastro in cui ci troviamo abbiano un ripensamento e spostino l’assemblea altrimenti saranno i lavoratori a scegliere da che parte stare.