Emilia Romagna - Entrate, part time: calpestata la dignità

Bologna -

Occorre che i lavoratori si ribellino e che l’Amministrazione apra un tavolo di confronto! Due azioni che devono andare di pari passo.

 

Con la restrizione dei diritti sindacali approvati dal governo in questi ultimi anni grazie all’appoggio di CISL, UIL e Salfi, prima i lavoratori comprendono che per bloccare i soprusi di parte datoriale occorre reagire con forza e compatti e prima potremo ricominciare a riconquistare ciò che abbiamo perso.

 

L’ulteriore prova del disprezzo verso i lavoratori e dell’arroganza di troppi dirigenti ce l’abbiamo sotto gli occhi in queste ore in cui i dirigenti delle direzioni provinciali dell’Emilia Romagna hanno richiesto, con una semplice e mail di indicare, entro 24 ore, le motivazioni del part time che il lavoratore sta utilizzato, con la minaccia che altrimenti sarebbe scattata immediatamente la revoca.

 

In altre direzioni i lavoratori sono stati “invitati” a ripresentare una richiesta entro pochi giorni (qualcuno indica la data del 6 maggio ma non c’è niente di ufficiale) “perché dal 24 maggio tutti i part time sarebbero stati sospesi”, mentre altri direttori hanno dichiarato di autorizzare al massimo due settimane di part time all’anno restringendo ulteriormente le indicazioni già molto angustie emanate dalla Direzione Centrale.

 

Come USB abbiamo immediatamente richiesto un incontro urgente al Direttore Regionale per regolamentare in modo, almeno, uniforme sul territorio regionale, le modalità di verifica dei part time in essere, con tempi che non siano così stretti. Forse questo modo di lavorare senza chiarezza è per fare pressione sui singoli lavoratori e metterli in condizioni di fregarsi da soli senza che ufficialmente l’Amministrazione abbia richiesto qualcosa.

 

Quello che ci fa incazzare è che quando ci devono pagare gli incentivi, dare le progressioni di fascia economica, bandire concorsi per la terza area, attivare la mobilità i tempi si contano in anni, mentre quando occorre togliere diritti ai lavoratori che siano il part time, chiudere uffici, cambiare orario di lavoro, applicare sanzioni, le tempistiche che si usano si riferiscono a giorni se non addirittura ad ore.

 

Basta farsi calpestare in questo modo! Occorre reagire. Noi delle Agenzie Fiscali dell’Emilia Romagna manifesteremo il nostro dissenso su tutte queste questioni martedì 10 maggio alle ore 15:00 in Via Aldo Moro a Bologna sotto il palazzo della Regione e siamo disponibili ad organizzare treni o pullman per chi viene da fuori Bologna (per maggiori informazioni contattate i nostri delegati o scrivete a emiliaromagna.agenziefiscali@usb.it)

 

Nella stessa giornata, alle ore 10, incontreremo due parlamentari per far presentare un interpellanza in parlamento per evitare la chiusura della sede dell’Agenzia delle Entrate di Via Nanni Costa a Bologna.

 

Hanno fatto credere ai lavoratori che per essere riconosciuti degni di rispetto occorreva dimostrare di saper produrre e lavorare con dedizione. Cosa che abbiamo sempre fatto ma le cose continuano a peggiorare. Noi di USB, invece, vi diciamo che per recuperare la nostra dignità occorre riscoprire l’unità e la protesta perché in questa melassa di disfattismo e immobilismo in cui ci hanno relegato, politici, amministrazioni e sindacati concertativi si continua a sprofondare come nelle sabbie mobili e più tardi si prende consapevolezza e si reagisce e più difficile sarà riconquistare diritti e dignità.

 

USB lavora per questo ma occorre il tuo sostegno e la tua presenza, solo insieme potremo conquistare diritti e dignità per tutti i lavoratori.

 

Scarica i comunicati e la lettera inviata alla Dr in fondo alla pagina.