Emilia Romagna - Entrate, Reagire o subire?
Martedì 30 agosto il Direttore della DP di Bologna ha convocato informalmente i lavoratori di Nanni Costa delle Aree 2 e 3 del Controllo, per comunicare che poiché a metà novembre scade il contratto di affitto di Nanni Costa, ha deciso di trasferire tutto il personale attualmente addetto al controllo in via Larga, secondo il piano organizzativo che prevedrebbe l’accorpamento delle Aree 1 e 2 del Controllo.
E’ stato aggiunto poi che il personale del controllo di area 2 e 3 in Marco Polo non verrà accorpato in via Larga, perché l’accordo di aprile 2009 tutela - giustamente - i lavoratori della DP di Bologna per quanto riguarda il mantenimento della sede e della attività lavorativa, e di conseguenza anche i lavoratori del controllo di Imola non saranno soggetti a forme di mobilità “obbligatoria”. La tutela non si applicherebbe quindi solo ai lavoratori di Nanni Costa perché lo stabile viene dismesso, quindi il dirigente può disporre liberamente la riassegnazione.
L’incontro è proseguito con il “suggerimento” dato ai lavoratori del Controllo di Nanni Costa di presentare una richiesta di mobilità volontaria immediata in via Larga, senza quindi aspettare la chiusura della sede di Nanni Costa, aggiungendo altresì - indovinate dov’è il nesso - che quanto a numeri sulla produttività del controllo siamo scarsi.
Ma non finisce qui.
Durante l’incontro è stato paventato (minacciato?) che se sarà approvata la manovra-bis così com’è, i dirigenti avranno il potere di trasferire liberamente il personale nell’interno della regione.
Secondo la visione del Direttore Provinciale i lavoratori di Nanni Costa non hanno diritto ad alcuna tutela e ad alcun riguardo per la propria situazione, personale o familiare, quindi il loro unico dovere è di sottostare ai diktat e trasferirsi in via Larga.
Ma se esistono delle regole, queste devono essere uguali per tutti, nessuno escluso.
E invece a cosa abbiamo assistito negli ultimi mesi? Spostamenti discrezionali nel Feudo della DP di Bologna, con un lento ma continuo stillicidio di personale in uscita da Nanni Costa, in barba a qualsiasi regola o confronto con le organizzazioni sindacali.
Tutti quei lavoratori che erano stati assegnati a Nanni Costa e che adesso non ci sono più, dove sono?
Comprendiamo perfettamente il fatto che dalla “barca in fiamme” ognuno pensi di salvarsi badando alla propria pelle, quindi nulla da ridire sulle scelte dei singoli lavoratori che hanno pensato a salvaguardare la singola situazione lavorativa, personale e familiare. Ma il dovere di un dirigente è quello di comportarsi come giusto amministratore della cosa pubblica o come Signore di un FEUDO?
La mobilità cittadina deve essere definita con regole chiare, trasparenti ed uniformi per TUTTI i lavoratori di Bologna, e occorre convocare immediatamente un tavolo negoziale con le parti sindacali.
Nanni Costa non deve chiudere e la dignità dei lavoratori non può essere calpestata. Occorre reagire non solo aderendo allo sciopero generale del 6 settembre, ma partecipando alla manifestazione bolognese con inizio alle ore 9:00 da piazza XX settembre (vicino l’autostazione). Scegli di cambiare il tuo futuro!
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