Argomento:

Emilia Romagna - le nozze coi fichi secchi

Bologna -

Si è svolto il 29 novembre presso la Direzione Regionale, su richiesta dei lavoratori, un incontro per discutere su alcune questioni inerenti l’orario di lavoro: flessibilità, definizione degli orari delle due sedi di Bologna, di armonizzare le tipologie degli orari di lavoro, e della distribuzione futura dei carichi di lavoro. Tali argomenti sono stati posti in discussione per riuscire a creare univocità negli uffici tra lavoratori “storici” e le nuove immissioni.

 

Purtroppo il Direttore, pur dimostrando la sua buona disponibilità, ha detto che non è in grado di poter dare risposte alle istanze dei lavoratori in quanto in attesa di disposizioni, ormai prossime, dalla Direzione Centrale. Dal centro vorrebbero un’unica tipologia di orario: 7 ore e 12 minuti con pausa pranzo, quindi concedere ai lavoratori che lo richiedono, una tipologia di orario differente, al Direttore sembra prematuro, concedere una tipologia di orario che potrebbe essere dopo poco tempo modificato per determinazioni superiori, potrebbe essere non compreso dai lavoratori.

 

Quello che come USB chiediamo con urgenza è di aprire una trattativa per riuscire ad avere un accordo quadro complessivo sull’orario di lavoro, cosa che servirebbe a dare delle regole certe a tutti i lavoratori e che risulterebbe proficuo anche per l’Amministrazione. Non possiamo continuare ad aspettare i tempi biblici dell’Amministrazione.

 

Per quanto rigurda, invece, il problema della formazione per le Sezioni Staccate occorre che funzionari della Direzione Regionale affianchino i responsabili di alcune Sezioni Staccate dove la presenza degli “storici” è minore.

 

Tale affiancamento sarebbe utile ad uniformare le lavorazioni e quindi una migliore distribuzione dei carichi di lavoro. Purtroppo però per tale attività l’Amministrazione non ha a disposizione neanche un euro e cosa si inventa di fare un interpello per sapere se qualcuno è disposto, a sue spese, ad andare a fare formazione in un'altra provincia? Non sapevamo se ridere o metterci a piangere … Ma come si fa soltanto a pensare una cosa del genere e ci si meraviglia anche che nessuno risponda all’interpello.

 

Come USB continuiamo a spingere, anche a livello centrale affinchè si giunga presto alla normalità sia in merito all’orario di lavoro, che alla formazione che all’adeguamento delle sedi provinciali.

 

Non si può pensare che una attività importante come quella della AAMS che solo nel 2010 ha permesso una raccolta rilevata pari a 30.777.004.475,17 sia svolta senza investire neanche un euro per i lavoratori ai quali, anzi, si chiede di pagare di tasca propria le spese di viaggio per la formazione.

 

Le nozze con i fichi secchi non faranno mai un buon matrimonio!

 

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