Emilia Romagna - Territorio, agire o subire?
In spregio a qualsiasi norma, da quelle contrattuali a quelle della buona educazione, il direttore di Reggio Emilia rifiuta di spiegare a lavoratori e organizzazioni sindacali i criteri utilizzati per attribuire gli incarichi di Capo Reparto dei vari settori dell’Agenzia del Territorio.
Quest’atteggiamento sprezzante nei confronti dei lavoratori non può passare sotto silenzio.
In un momento così particolare dove CISL e UIL a livello nazionale stanno massacrando i diritti sindacali dando all’Amministrazione l’opportunità di escludere dalla trattativa sindacale le materie attinenti all’organizzazione degli uffici e al conferimento degli incarichi dirigenziali (leggi accordo del 4 febbraio e la conseguente pagina 2 dell’atto di indirizzo per la realizzazione dell’accordo quadro), a Reggio Emilia con la contrapposizione di tutte le sigle sindacali ad eccezione della CISL, forse perché direttamente “interessata”, si realizza ciò che legislatori e giudici in tutta l’Italia continuano a dichiarare atteggiamento antisindacale.
Ci vuole rispetto dei lavoratori e sarebbe anche opportuno che i lavoratori sapessero scegliere con più consapevolezza i loro rappresentanti sindacali, altrimenti al peggio non ci sarà mai fine.
Ci bloccano i pagamenti che ci devono dare da oltre 2 anni, ci bloccano le progressioni economiche, si rifiutano di rispettare contratti ed accordi, alcuni direttori locali si comportano come despoti e se questo non bastasse troviamo i rappresentanti sindacali di CISL e UIL che appoggiano Amministrazioni e dirigenti provinciali nella loro corsa a fare ciò che vogliono evitando qualsiasi confronto.
Quando sarà il momento di reagire? Quando sarà il momento di sostenere chi si batte per evitare tutto questo?
Come USB siamo gli unici che contrastiamo progetti di smantellamento del Pubblico impiego sia a livello locale che nazionale e cerchiamo di ridare dignità e diritti ai lavoratori. Gli unici ad avere coraggio e forza per realizzare uno sciopero generale e generalizzato insieme ai lavoratori privati, precari, immigrati, disoccupati, studenti e tutta la società civile che è stanca di essere resa colpevole di una crisi che è stata provocata da potenti e lobby.
A Reggio Emilia, come altrove è arrivato il momento di far vedere la nostra rabbia e scioperare compatti l’11 marzo 2011. Basta delegare ad altri la conquista del nostro rispetto. Alziamo la testa e riconquistiamocelo da soli.
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