Emilia Romagna - Territorio, lo starnazzare della UIL

Bologna -

Ancora una volta un rappresentante sindacale, questa volta della UIL, non scrive un comunicato per spiegare ai lavoratori le ragioni della sua azione sindacale, ma non fa altro che aspettare che USB faccia un comunicato su quanto succede per poi contestare il suo operato.

 

Ci riferiamo al comunicato del delegato regionale UIL che risponde al comunicato USB “Dividiamo gli ultimi spiccioli del 2009”.

 

Ormai non avendo più una “politica sindacale”, perché appiattiti e complici delle pessime manovre governative e accordi scellerati di svendita dei diritti dei lavoratori, riescono solo ad inviare messaggi mettendo in indirizzo prima l’Amministrazione, per sottolineare, se ancora ce ne fosse bisogno, che sono d’accordo con questa, criticando chi invece continua a chiedere spiegazioni, per poter capire prima di firmare, che effettua sempre proposte concrete e precise, che si possono non condividere ma che andrebbero almeno discusse.

 

Nell’incontro sindacale, se leggete il verbale della riunione tenutasi in Direzione Regionale Emilia Romagna ne avrete conferma, gli unici a fare proposte e considerazioni su quanto accaduto siamo stati noi di USB. Gli altri erano già lì con la penna in mano pronti a firmare a scatola chiusa e sempre con la solita e ormai non più credibile giustificazione: “si firma,  per non allungare ulteriormente i tempi  per il pagamento delle dovute indennità”. Ma allora per abbreviare perché non si decidono le divisione dei soldi a Roma per provincia invece di fare questo inutile passaggio regionale? In quell’ottica sarebbe ancora più veloce. Ma questo il delegato UIL non l’ha proposto (meno male diciamo noi) perché in realtà a parte USB nessuno propone o dice più nulla che possa disturbare l’Amministrazione.

 

Lo scorso anno avevamo già detto che non capivamo con quali criteri venivano divisi i fondi tra gli uffici; avevamo chiesto spiegazioni senza avere risposte dall’amministrazione, sia centrale che periferica; avevamo proposto un metodo di ripartizione proporzionato alla produttività reale che avrebbe permesso di avere differenze proporzionali a quanto lavorato e quindi notevolmente inferiori a quelle stabilite da Roma ed accettate a Bologna dai soliti noti. Quest’anno pur sapendo che non sarebbe stato accettato abbiamo chiesto nuovamente di mitigare le differenze tra gli uffici della regione che superano i 220 medi pro capite, su una media regionale pro capite di 530 euro(!), il che vuol dire che, da parte sindacale, si accettano differenze di incentivazione tra ufficio (medie pro capite) superiori del 40% mentre le differenze di produttività erano al massimo del 14,7%.

 

Se si fosse accetta la proposta USB si sarebbe firmato l’accordo con una ripartizione più equa e i lavoratori avrebbero ricevuto i soldi negli stessi tempi con cui li prenderanno con la ripartizione “piovuta” chissà come. Durante l’incontro, (convinti di essere ad una trattativa e non ad una “accettazione obbligata”), come USB ci siamo resi disponibili a sottoscrivere la ripartizione proposta da Roma soltanto se si fosse data la possibilità agli uffici provinciali di limitare gli incentivi ad una quota massima di 1.000 euro pro capite per i motivi già spiegati nel precedente comunicato. Ma anche questa proposta è caduta nel vuoto.

 

La differenza tra i sindacati è che: noi vogliamo capire, per migliorare gli accordi che siamo chiamati a sottoscrivere, per poi proporre soluzioni che evitino che siano sempre pochi a mangiarsi la fetta più grossa della torta e subito dopo gli incontri ci sembra doveroso scrivere un comunicato per informare le lavoratrici ed i lavoratori del nostro lavoro sindacale. Altri ammettono di non capire, ma si dicono subito d’accordo con l’amministrazione. Il voler capire, non è una presa di posizione personale, ma crediamo sia il minimo lavoro che un delegato sindacale debba fare prima di approvare con la propria firma la distribuzione di migliaia di euro che andranno nelle tasche di, per noi, pochi lavoratori.

 

Comunque siamo lieti di aprire sempre discussioni, perché pensiamo che anche i comunicati permettano di far capire ai lavoratori l’essenza del nostro e dell’altrui lavoro in modo da poter liberamente scegliere da chi farsi rappresentare. Cambiare è possibile. Basta volerlo.

 

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