Entrate: ancora un nulla di fatto sulla regolamentazione del lavoro da remoto.

Roma -

Giornata interlocutoria quella di oggi che ha visto il confronto tra parte pubblica e OOSS in merito a due tematiche molto attese: le posizioni organizzative e professionali di cui all’art. 15 del CCNL e la regolamentazione del lavoro da remoto.

In merito al primo tema abbiamo evidenziato all’amministrazione l’incidenza ancora troppo alta delle risorse a carico del Fondo del personale per la remunerazione delle figure di responsabilità, tema che abbiamo evidenziato a chiare lettere, perché il riconoscimento di un’indennità più elevata non può andare a discapito delle risorse destinate al personale. Abbiamo ribadito che, a fronte del dovuto riconoscimento economico, corrisponda anche una effettiva presa in carico delle responsabilità competenti, svincolando le deleghe di firma che attualmente ricadono sul personale. Abbiamo infine sottolineato che le procedure per accedere agli incarichi devono essere trasparenti e costituire una possibilità di crescita reale per tutto il personale che voglia fare questa esperienza e abbia i requisiti utili per accedervi.

In merito al lavoro da remoto il nostro intervento ha ripreso quanto avevamo già anticipato alla parte pubblica l’8 giugno scorso con una proposta scritta, inviando 60 integrazioni/emendamenti che riassumono le nostre richieste e la nostra posizione sul tema. Abbiamo ribadito la necessità che questa regolamentazione costituisca una vera e propria opportunità non solo per il personale già in carico all’Agenzia, che con questa forma di lavoro si cimenta da tre anni ormai, ma anche per tutti coloro che stanno partecipando ai concorsi pubblici che guardano alle diverse amministrazioni anche valutando la declinazione dei vari istituti contrattuali, preferendo alla fine il posto che assicura maggiori garanzie non solo economiche ma anche di opportunità nella gestione del tempo vita-lavoro. Una regolamentazione che deve operare quel cambiamento culturale che tre anni di sperimentazione non hanno portato, irrigidendo, al contrario, lo strumento dello smart working e snaturandolo dalle sue finalità originarie: non il miglioramento dei servizi come finalità principale, ma la conciliazione del tempo vita-lavoro di colleghe e colleghi.

I temi richiamati all’amministrazione e sui quali ci attendiamo risposte, sono quelli già contenuti nel testo inviato l’8 giugno scorso:

  • Corresponsione dei buoni pasto non solo per i telelavoristi, ma anche per chi lavora in sw o in alternativa rimborsi giornalieri non tassati, quali ristoro per l’utilizzo delle utenze domestiche;
  • La dotazione di strumentazione informatica che non si riduca alla fornitura dei soli computer portatili, ma che preveda anche scheda SIM, cuffie modello call center, ecc;
  • No alla prevalenza del lavoro in presenza non prevista neppure dal CCNL, la possibilità di concentrare le giornate in presenza per poter fruire dei giorni di sw continuativamente in un periodo successivo su un periodo multiperiodale; il ripristino delle giornate di lavoro in modalità mista e la possibilità scegliere tra la pluralità dei profili orari, in deroga alle 7 ore 12 convenzionalmente previste;
  • la riduzione della contattabilità a massimo di 3 ore giornaliere e la possibilità di poter fruire dei permessi anche al di fuori di questa fascia oraria;
  • prevedere un maggior utilizzo di sw per situazioni di disagio elencando solo a titolo esemplificativo coloro che hanno figli minori o situazioni di monogenitorialità, chi è affetto da malattie gravi o deve sottoporsi a particolari cure, chi è costretto a seguire familiari ricoverati, donne vittime di violenza, ecc.
  • No al dimezzamento dei permessi per allattamento per i genitori che aderiscono allo smart working
  • tutela delle lavoratrici e dei lavoratori scaricandoli da responsabilità su eventuale furto dei dati;
  • no al rientro in ufficio nella giornata in cui si verifica un malfunzionamento della rete informatica – il lavoro da remoto non si svolge solo attraverso la connessione;
  • nessun aggravio dei carichi di lavoro e nessun monitoraggio diverso dell’attività svolta rispetto a quelli cui è sottoposto il personale che lavora in presenza.

Queste le principali tematiche oggetto del nostro intervento e del testo recapitato due mesi fa all’amministrazione. Alcuni passi avanti sono stati fatti rispetto al testo iniziale di parte pubblica, ma molte tematiche importanti attendono ancora una risposta che l’amministrazione tarda ancora a dare.

Prossimo incontro il 30 agosto. Vi terremo aggiornati!