Entrate - Argo e lo sfruttamento dei lavoratori
Con la “nuova classificazione dei servizi in Argo” l'amministrazione tenta di attuare un processo di ristrutturazione degli Uffici Territoriali dell'Agenzia delle Entrate, presentandola come una semplice “classificazione e descrizione univoca dei servizi erogati dall'Agenzia”.
Le controriforme del Pubblico Impiego e del sistema contrattuale hanno aperto molti spazi di intervento unilaterale nella gestione del personale delle Pubbliche amministrazioni. Il Piano per la “nuova classificazione dei servizi” si inserisce nell'ambito di quelle decisioni unilaterali che si abbattono anche sui lavoratori del nostro comparto.
La “nuova classificazione dei servizi in Argo” ha come obiettivo preciso e dichiarato, quello di ridefinire “l'assetto degli sportelli, in modo da garantire, sulla base delle risorse esistenti, il giusto mix di quantità dei servizi offerti e soddisfare la domanda espressa dal bacino di utenza”. L'urgenza di realizzare questo piano è dovuta alla continua diminuzione delle risorse umane, sia per i pensionamenti sia per il blocco del turn over, determinando una condizione insostenibile ed aumentando vertiginosamente lo sfruttamento dei lavoratori.
La realizzabilità di questo piano è ritenuto agevole, considerate le passate esperienze, come gli accordi sottoscritti dalle O.S. complici, su aspetti normativi e organizzativi, quali: “Valutazione della performance individuale, orario di lavoro, chiusura degli uffici, ecc.”.
Significativa è la citazione a riguardo della “riduzione del tempo di attesa” degli utenti, a parità delle risorse umane impiegate al front office, nel testo delle “Linee guida”. L'amministrazione, citando l’esempio di Milano, ammette che obiettivo del nuovo piano è quello di incrementare il numero di utenti serviti, in minor tempo, semplicemente aumentando il carico di lavoro e agendo sulla turnazione al lavoro di sportello. Questo senza dire una parola sulla necessità di monitorare e valutare sia la qualità del servizio sia lo stress conseguenti al lavoro, ecc.
Il maldestro mascheramento tentato nel punto “descrizione dell'intervento” si individua rapidamente leggendo i punti successivi, laddove si precisa che “agli operatori è richiesto di svolgere tutte le attività collegate a un tasto del totem”.
Il “set a tre tasti” dunque, richiede un elevato livello di polifunzionalità che inevitabilmente, nella situazione attuale degli organici degli Uffici Territoriali, avrà delle ricadute sulle mansioni del singolo dipendente.
Le “Linee guida” prevedono che: “L'attività di front office dovrebbe essere realizzata da un numero superiore di addetti con una rotazione che, a regime, coinvolga la maggioranza del personale secondo una pianificazione dei turni di sportello che garantisca il fisiologico ricambio tra funzionari addetti alle attività di front e back office (compresi i titolari di incarichi di responsabilità).
La rotazione ed eventualmente la turnazione di tutto il personale (compreso i responsabili) al front office, con turni di quattro ore allo sportello, è completamente inattuabile anche in presenza del mansionismo d’area, considerato che l'organico è costituito da dipendenti di seconda e terza area. Noi rilanciamo sul tema del mansionismo, rivendicando ancora una volta la progressione economica e l'inquadramento all'area superiore, al fine di avanzare verso la costituzione di un area unica.
Da una analisi attenta delle varie modifiche che stanno interessando l'Agenzia delle Entrate, si percepisce l’esistenza di un piano complessivo, mai chiaramente esposto, che punta a cambiare radicalmente l'immagine dell'Agenzia, il proprio ruolo (affidando servizi all'esterno, CAF e professionisti) e il modo di lavorare dei suoi dipendenti. Le disposizioni operative per il monitoraggio del lavoro svolto, la proposta di modifica dell'orario di lavoro, la chiusura di alcuni Uffici Territoriali, sono tasselli di un unico mosaico deciso unilateralmente senza alcun confronto con le OO.SS ed i lavoratori.
Sembra quindi evidente che la volontà dell'amministrazione nel realizzare la ristrutturazione degli Uffici Territoriali è volta ad aumentare i carichi di lavoro e le conseguenti situazioni di stress con inevitabili aumenti dei rischi professionali, la ridefinizione degli orari di apertura al pubblico, ecc. Il tutto a costo zero; in una parola aumentando lo sfruttamento. A tale piano sono funzionali una serie di scelte fatte negli ultimi anni, dai sistemi di misurazione dell'attività di front office (procedure ARGO, PU, CUP, BI, Profilo utenti, ecc.) alla mobilità obbligatoria del personale, seguita alla chiusura degli Uffici, fino alla possibilità, prevista nella riforma della P.A., di trasferimento del personale nell’ambito di 50 Km, e la conseguente situazione di ricattabilità del personale, tramite la quale si punta a indebolire i lavoratori e contenere il conflitto.