Entrate - CAM, Incontro blindato. Risultato? IL NULLA MISCHIATO COL NIENTE!
Su richiesta di cgil, cisl, uil, salfi e intesa, prontamente accolta dall’amministrazione, la riunione sui CAM si è svolta con la presenza, all’ingresso, dei lavoratori della vigilanza privata (ai quali va la nostra solidarietà per essere costretti a questo “fuori programma”).
Motivo? “Proteggersi” da USB, ovvero escludere dal tavolo chi rivendica democrazia e pluralismo, parole da tempo espunte dal vocabolario delle OO.SS. firmatarie del contratto.
Questo è quello che incredibilmente accade nella “modernissima” Agenzia delle Entrate, ed è forse l’unica notizia di una riunione inconcludente, come il fumoso verbale sottoscritto dimostra ampiamente.
Chissà se cgil, cisl, uil e salfi, scortati dalla vigilanza, avranno pensato che “la pacchia è finita per USB” come va di moda blaterare in questo periodo. La pacchia è per loro rivendicare democrazia, la pacchia è per loro esprimere dissenso.
Non sappiamo se per il prossimo incontro chiederanno i blindati della polizia o magari un cingolato dell'esercito.
Sappiamo che tutto questo non serve a nulla perché è stato sufficiente un bavaglio sulla bocca per rendere palese la debolezza di chi per discutere deve blindarsi e la vera natura autoritaria ed antidemocratica che li caratterizza.
Per quanto riguarda il merito (si fa per dire…) dell’incontro, che vogliamo ricordare è frutto della mobilitazione nata tra i lavoratori dei CAM e subito sostenuta da USB, con la CGIL che buttava acqua sul fuoco per difendere le scelte di suoi protetti direttori, i verbali sottoscritti tra oo.ss. ed amministrazione sono il nulla mischiato con niente. Hanno buttato la palla in tribuna eludendo tutti i problemi dei lavoratori del CAM.
La sensazione è che nessuna delle parti in causa, amministrazione da un lato ed organizzazioni sindacali dall’altro, abbiano la minima percezione delle problematiche che attanagliano l’attività dei lavoratori dei CAM. Anzi, non hanno proprio idea di quale sia la concreta attività dei CAM! Nessuna delle richieste che hanno caratterizzato la mobilitazione, infatti, è stata accolta, la questione dei carichi di lavoro e del riconoscimento delle professionalità dei lavoratori non è nemmeno lambita dai verbali sottoscritti.
L’amministrazione così può continuare a considerare il CAM come il luogo ove scaricare ogni tipo di lavorazione e i sindacati fingono di avere esercitato una funzione ma in realtà hanno garantito che tutte le criticità continuassero a perpetrarsi.
Un gioco delle parti che ben si inserisce nel patto di ferro siglato tra i vertici dell’Agenzia e cgil, cisl, uil e salfi.
Il risultato sbandierato sarebbe, udite udite, una mobilità riguardante due unità dagli Uffici del territorio ai rispettivi Cam, ed una sperimentazione su base volontaria per avviare il servizio di assistenza in materia catastale che per adesso interesserà solo il Contact Center dell’UPT di Bari: successivamente si valuterà l’estensione della sperimentazione anche ad altre regioni.
Ma sappiamo bene che tutti i processi partono con la volontarietà, che già di per sé rappresenta uno strumento di controllo morale esercitato dai dirigenti nei confronti dei lavoratori, per poi estendersi obbligatoriamente a tutti.
Il resto è la fiera dei luoghi comuni e dei buoni propositi. La mobilitazione dei lavoratori avrebbe meritato ben altro, ma con queste sigle al tavolo l’epilogo era già annunciato.
La parola e il giudizio passa ora ai lavoratori del CAM. Se manifesteranno la volontà di proseguire la mobilitazione USB sarà come sempre al loro fianco.