Entrate: Cara Orlandi, la legge non è uguale per tutti!
Lo abbiamo già detto. L’UNICO precompilato è un vero e proprio regalo dello Stato ai CAF di Cgil, Cisl e Uil in cambio del loro silenzio complice sul massacro della Pubblica Amministrazione e dei suoi dipendenti, e si tradurrà in costi maggiori sui contribuenti e soprattutto su quelli più deboli che non possono disporre della tecnologia necessaria per accedere al cassetto fiscale.
Ieri mattina, in occasione del lancio dell’UNICO precompilato la direttrice dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi ha dichiarato all’ANSA che la sua retribuzione annua è di circa 240.000 euro lorde.
Ha anche dichiarato di avere rinunciato ad altri incarichi, come la presidenza di Equitalia e precisando anche che la sua retribuzione rientra nei parametri previsti dalla Legge.
Tralasciamo ora se sia giusto - e per noi non lo è - un simile divario fra le retribuzioni di lavoratori appartenenti alla stessa amministrazione anche considerando che negli anni sono sensibilmente aumentati i carichi di lavoro, le responsabilità e i rischi professionali di chi guadagna appena 24.000 euro lordi annui.
Facciamo un’altra riflessione. La direttrice dell’Agenzia sa che la stessa Legge che in Italia consente a un dirigente pubblico di guadagnare 240.000 euro lordi, impone a milioni di lavoratrici e lavoratori, fra cui evidentemente ci sono anche le migliaia di colleghi della dottoressa Orlandi, un drammatico blocco dei contratti che risale al 2007, data dell’ultimo, misero rinnovo.
E sicuramente la direttrice dell’Agenzia sa che l’ultimo documento di programmazione economica (DEF 2015) non prevede lo sblocco economico dei contratti fino al 2019 e congela perfino l’elemosina dell’indennità di vacanza contrattuale con cui ci si potrebbe pagare almeno il caffè a colazione per una settimana.
L’Agenzia ha la possibilità di finanziare circa 21.000 nuove progressioni economiche, completando quel faticosissimo percorso iniziato nel 2010 alle Entrate e all’ex Territorio. L’Agenzia ha un tesoretto di 32 milioni di euro, che potrebbe anche incrementarsi se gli incarichi di responsabilità non assorbissero 10 milioni di risorse fisse. L’Agenzia ha dunque una straordinaria occasione per riconoscere alle decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori che hanno la retribuzione bloccata al 2007 un piccolo passo retributivo in avanti. Non parliamo di migliaia o di decine di migliaia di euro ma di un passo verso un’ulteriore stabilizzazione del proprio salario.
E che fa l’Agenzia delle Entrate? Si presenta al tavolo non con la volontà di mantenere l’impegno preso nel 2010, completando con lo scorrimento totale di quella graduatoria il passaggio di fascia economica per tutti ma presentandosi con una proposta ancora divisiva, ancora iniqua, ancora ossessivamente ispirata alla meritocrazia e alla valutazione individuale, fatte con i soldi dei lavoratori.
Nel 2010 tutti fummo già valutati e non tutti ebbero un passaggio di fascia economica. Adesso è arrivato il momento di mantenere l’impegno preso nel 2010, esaurendo le graduatorie esistenti e poi, con tutte le risorse che si vorranno e potranno trovare, aprire una nuova stagione di progressioni economiche.
La direttrice ci risulta impegnata in continue riunioni con ministri e sottosegretari per trovare una soluzione (una toppa) alla disastrosa vicenda degli incaricati che sta mettendo in ginocchio la macchina organizzativa e fiscale.
La dottoressa Orlandi dovrebbe però trovare il tempo - in questo delicatissimo e risolutivo momento nella breve storia dell’Agenzia delle Entrate - per occuparsi anche del resto del personale. Per dare un segnale forte di attenzione e di riconoscimento a partire da chi subisce dalla Legge, da otto lunghi anni, il blocco contrattuale e l’inesorabile perdita di potere d’acquisto.
Questo è il momento di manifestare il coraggio di mettere in discussione scelte che hanno penalizzato decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori (come è successo con alcune alchimie sul salario accessorio) e scelte che, come nel caso degli incaricati, sono state bollate d’incostituzionalità.
A chi la Legge dà così tanto, chiediamo un segnale di concreta attenzione verso coloro a cui la stessa Legge sta togliendo tutto.