Entrate - Carenze di personale e tagli al salario: l’Agenzia delle Entrate di fronte ad un bivio

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Un incontro atteso, quello che si è tenuto ieri (27 giugno) con i vertici dell’AE, sollecitato dalla parte sindacale per affrontare tematiche irrisolte da tempo, che negli uffici si stanno materializzando in tutta la loro drammaticità, accentuati dall’emorragia di personale che in due anni di pandemia, ha ridotto ulteriormente gli organici.

La carenza di personale è stato uno dei temi cardine dell’incontro, anni di mancato turn over e la lentezza delle procedure di reclutamento non hanno consentito un ricambio generazionale adeguato, riducendo all’osso il personale oggi in servizio.  L’Agenzia ci ha comunicato che dal 2023 prevede di invertire l’iter e per il 2024 di ristabilire un livello occupazionale adeguato, ma troppe volte abbiamo visto i Piani triennali prospettare situazioni rosee negli anni a venire, salvo poi allungarle nel tempo di anno in anno, di piano in piano …

Nel frattempo la programmazione messa in atto dall’Agenzia con bandi per nuovi concorsi risulta a nostro parere del tutto sottostimata rispetto a decrementi di personale che negli uffici arrivano a toccare punte del 30-35% nell’ultimo quinquennio. Tutto questo si traduce in carichi insostenibili per il personale in servizio, che si ritrova a confrontarsi con non poche difficoltà, anche per l’accelerazione impressa dall’Agenzia verso nuove forme di assistenza all’utenza e forme di lavoro sempre più remotizzate che poco si conciliano con l’età media spesso elevata del personale.

Il malessere organizzativo che ne consegue, oltre ad impattare sulla salute e serenità del personale, mette a dura prova la qualità dei servizi resi e più in generale l'attività dell'ente, minando alle fondamenta quella funzione sociale che è assegnata ad un settore strategico come quello del Fisco.

È dunque necessario un piano assunzionale straordinario, che vada a reintegrare gli uffici in un settore delicato come quello dei servizi fiscali e del contrasto all’evasione e che preveda risorse aggiuntive per la preannunciata riforma del Catasto.

Altro tema cardine dell’incontro è stato quello del salario accessorio, impoverito da continui tagli, ancor più gravi al giorno d’oggi se si pensa alla pesante inflazione che ha vanificato l’aumento dell’ultimo contratto. Come lo scorso anno, anche per l’anno 2020 l’Agenzia ci ha presentato un Fondo con una nuova ingiustificata decurtazione di 8 milioni di euro sulla voce proventi da servizi resi, che si somma al ben più corposo taglio “strutturale”.

Ci vorrà un altro emendamento per avere quello già ci spetta? Non servono soluzioni tampone che, nella migliore delle ipotesi, restituiscono, in un infinito gioco a perdere, quelle risorse che già spettavano al personale e che, sistematicamente ogni anno si prova a ridurre ulteriormente.

Abbiamo bisogno di interventi “strutturali”  e non di tagli, che restituiscano al salario accessorio la funzione che gli è propria, ovvero la remunerazione del personale a seguito del raggiungimento degli obbiettivi, per spezzare quel vero e proprio cortocircuito in base al quale dinanzi ad obbiettivi sempre più sfidanti si procede ad una progressiva decurtazione del salario di produttività

I temi esposti in questo primo incontro costituiscono le prime criticità alle quali l’Agenzia deve dare risposte immediate, in attesa di un nuovo incontro con il Direttore dell'Agenzia durante il quale occorre che l'amministrazione chiarisca definitivamente da che parte si schiera: per il rilancio del Fisco e della sua funzione attraverso investimenti di nuovo personale e valorizzazione del personale già in servizio, oppure per decretarne una lenta agonia. Una strada quest'ultima che come USB combatteremo con ogni mezzo a nostra disposizione.

USB Pubblico Impiego – Agenzie Fiscali