Entrate - Comma 165, l'assordante silienzio

Roma -

Continua l’assordante silenzio dell’Agenzia delle Entrate sui fondi del salario accessorio dei lavoratori.

Il decreto “comma 165” è stato ormai firmato dal ministro da più di tre mesi, nel frattempo son cambiati governi e ministri e l’Agenzia delle Entrate ha dimostrato una grande efficienza nel continuare con conferimenti di incarichi dirigenziali e di posizioni organizzative speciali, nell’emanare un concorso a 403 posti di dirigente che ha fatto sobbalzare dalla sedia un sottosegretario ed indignare le migliaia di concorrenti ai concorsi di terza e seconda area, ma non ha avuto il tempo di risolvere la questione salario accessorio dei lavoratori.

E’ ben strano che un’amministrazione che riesce, quando vuole, a raddoppiare in nome della spending review i dirigenti di vertice, mantenere incarichi a dirigenti esterni inventando nuovi uffici, a nominare dirigenti senza fare concorsi e a conferire posizioni non previste da alcun contratto poi non sia in grado di sostenere che i fondi del comma 165 devono essere conteggiati al di fuori del fondo come avviene al MEF.

Non ci interessa discutere degli artifici tecnici necessari a garantire ai lavoratori il pagamento immediato di soldi che sarebbero dovuti essere nelle loro tasche almeno da un anno, vogliamo che tutte le risorse siano distribuite in fretta.

In questo momento di emergenza salariale non si possono attendere i comodi dell’amministrazione che impiega tempi incredibili per verifiche con la ragioneria mentre i lavoratori vedono il loro stipendio assottigliarsi di mese in mese.

E non ci si deve lasciar ingannare dal cosiddetto acconto 2013 che arriverà in giugno, sarà sempre troppo tardi  visto che quest’amministrazione garantisce mensilmente il pagamento di posizioni organizzative e incarichi di responsabilità. Se può anticipare per alcuni prescelti può farlo per tutti!

Visto che i dirigenti hanno raggiunto tutti gli obiettivi grazie ai lavoratori che si sono accollati responsabilità per cui altri vengono profumatamente pagati, la nostra richiesta è chiara: subito un accordo per liquidare almeno una rilevante parte della produttività individuale 2012!

Questa è l’unica proposta seria per uscire dalle sabbie mobili nelle quali l’amministrazione vorrebbe infilarci!

Una proposta che deve però essere sostenuta da subito nei posti di lavoro anche partecipando convintamente allo sciopero generale del pubblico impiego indetto dall’USB per il 19 giugno contro la spending review e per l’immediata riapertura dei contratti.

Difendere il nostro salario vuol dire nel nostro comparto anche questo: inceppare quel meccanismo che consente all’amministrazione di erogare le somme del nostro salario accessorio in tempi biblici speculando sulla nostra precarietà salariale.