Entrate, due note positive dentro un concerto complessivamente molto stonato

Roma -

Si è svolto questa mattina un incontro fra l'Agenzia delle Entrate e le organizzazioni sindacali in merito alla procedura per il passaggio dalla II alla III area.

Come abbiamo detto più volte, questa procedura è stata secondo noi gestita dall'amministrazione in modo sbagliato ed eccessivamente rigido, sia prima sia durante lo svolgimento delle prove selettive.

Ciò ha causato diversi problemi, fra i quali lo scostamento fra posti messi a concorso nelle singole regioni e numero di candidati vincitori. Tale scostamento richiede ora una soluzione per evitare che si vengano a creare situazioni paradossali e si perda la possibilità di utilizzare i duemila posti messi a concorso che già sono pochissimi rispetto alla necessità di riconoscere sviluppi professionali giuridici alle lavoratrici e ai lavoratori della seconda area funzionale.

L'amministrazione ha quindi informato le organizzazioni sindacali che sta studiando una "soluzione", che verrà illustrata e discussa con le organizzazioni sindacali in una successiva riunione.

Nel frattempo, la stessa amministrazione ha manifestato l'intenzione di voler comunque inquadrare tutti gli idonei e di garantire ai vincitori presso altra sede regionale, diversa da quella in cui attualmente prestano servizio, di proseguire il rapporto di lavoro con il nuovo inquadramento giuridico presso la sede di servizio attuale.

Due note positive dentro un concerto complessivamente molto stonato. Nessuno infatti ci ha tolto la certezza che questa procedura poteva e doveva essere gestita in altro modo, con attenzione alla realtà dei fatti, con più rispetto per le candidate e per i candidati e senza le assurde rigidità che abbiamo registrato.

Alcune scelte e alcuni atteggiamenti, lo ripetiamo, hanno semplicemente ingarbugliato lo svolgimento e la conclusione di un percorso ormai lungo sei anni, oltre a rendere difficile se non impossibile quel passo avanti per migliaia di nostri colleghi che per noi è un diritto e che l'amministrazione considera quasi una gentile concessione.