Entrate - Frd 2020: flp mente sapendo di mentire
E’ grazie all’opera di FLP che in questi giorni abbiamo assistito alla riapertura di molti tavoli in tutta Italia per discutere nuovamente gli accordi sul FRD2020 già siglati e conclusi, operazione che non solo ha bloccato i pagamenti già avviati, ma che comporterà ritardi in quelli che comunque non saranno chiusi entro il 3 febbraio.
Una segnalazione a cui l’amministrazione ha incomprensibilmente dato seguito che ha anche tolto dignità alle contrattazioni decentrate, entrando a gamba tesa su valutazioni che ogni sede ha condiviso ai tavoli territoriali, considerando le peculiarità di ogni ufficio e le situazioni che concretamente si sono verificate.
Nel merito degli accordi sul FRD 2020, che per la cronaca nelle trattative decentrate hanno trovato la sottoscrizione di moltissimi delegati di FLP, il trattamento differenziato alla corresponsione dell’assistenza al contribuente non è solo legato a remunerare il rischio di chi era costretto a relazionarsi in presenza con l’utente, recandosi negli uffici in momenti drammatici di pandemia. La differenziazione di trattamento sta principalmente nel fatto che, mentre l’Amministrazione ha fornito una rilevazione puntuale di chi ha effettivamente prestato assistenza all’utenza operando in presenza, non è stata in grado di fornire dati puntuali per coloro che hanno lavorato da casa, personale che molto spesso si è dedicato non solo a dare risposte e sostegno ai cittadini, ma anche a lavorazioni riconducibili al back office, laddove invece l'accordo nazionale fa specifico riferimento ad un determinato elenco di attività. Da qui la possibilità secondo USB di differenziare tra chi ha lavorato con l'utenza in condizioni di massima esposizione al rischio (siamo nel 2020 ovvero nella fase più drammatica della pandemia) e chi ha operato davanti a un computer.
Insomma la differenziazione di trattamento tra chi ha operato da remoto e chi in presenza non c'entra assolutamente nulla e chi utilizza questo argomento mente sapendo di mentire. Giusto per dovere di cronaca e per ripristinare la verità ricordiamo che nessuno più di USB ha sostenuto la parità di trattamento del personale che lavora in smart working rispetto a coloro che lavorano in presenza. E’ stato, infatti, l’unico sindacato che non ha sottoscritto gli accordi sul lavoro agile siglati nel corso della pandemia dalla restante parte sindacale, FLP compresa, quando, grazie a quegli accordi, il personale in sw si è visto smantellare il diritto a fruire dei permessi o alla corresponsione di buoni pasto, affermando una vera e propria disparità normativa e salariale per tutti i lavoratori e le lavoratrici che operavano da remoto.
E’ evidente che questo sindacato essendo in estrema difficoltà per aver sollevato un polverone per nulla, per aver causato il blocco di pagamenti già avviati e ritardato la convalida degli altri, per aver fatto rivalutare accordi che, ad oggi, si stanno in gran parte riconfermando nella prima versione, con l’avallo degli stessi delegati di FLP, prova ad uscire dalla situazione di grave imbarazzo nella quale si trova attaccando la nostra sigla.
Una modalità che non ci sorprende non potendo certo aspettarci da costoro una assunzione di responsabilità per la situazione incresciosa che loro stessi hanno determinato.
Chi conosce USB sa che trasparenza ed equità sono principi che sempre hanno guidato la nostra organizzazione nell’attività sindacale come lo è stato garantire la tenuta salariale di tutto il personale, a maggior ragione in una fase economica che erode sempre più le nostre retribuzioni a causa della galoppante inflazione.
Il resto sono chiacchiere di chi mente sapendo di mentire.
USB PI Agenzie Fiscali