Agenzia delle Entrate: dopo mesi di lotta finalmente i permessi orari in Smart Working "

Roma -

L'USB dopo otto mesi di note, comunicati ed iniziative di vario tipo, dopo pareri Aran, del CUG (da noi sollecitato) e dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro riesce ad ottenere, finalmente, una nota della Direzione Centrale Risorse Umane e Organizzazione che riconosce a lavoratrici e lavoratori la fruizione di permessi orari di ogni genere e tipo anche quando l'attività è svolta da remoto, ma limitatamente alle ore individuate negli accordi locali come “fasce di contattabilità” (clikka qui).

Il problema è scaturito, lo abbiamo ribadito mille volte, dall’accordo nazionale sullo sw sottoscritto il 17 settembre da flp, confintesa, cisl, unsa e uil nel quale, con un tratto di penna, dall'oggi al domani, sono stati cancellati diritti contrattuali e stabiliti per legge, tra i quali appunto anche i permessi orari per chi svolge l'attività da remoto (dalla legge 104 all'articolo 35 all'art 32 e via discorrendo). Da allora è iniziata la rincorsa per recuperare ciò che ci avevano sottratto.

E pensare che ieri, al tavolo nazionale, c’è stato anche chi, tra “lor signori”, ha chiesto all'Amministrazione di emanare una ulteriore nota che, in relazione ai fruitori della legge 104/92, non vincoli tali permessi alle fasce di reperibilità. Giusto! Ma solo ora se ne rendono conto e poi per quale motivo invece chi è in maternità o deve studiare o fare una visita medica o ha problemi familiari o vuole semplicemente godere di un diritto stabilito contrattualmente deve utilizzare tali permessi esclusivamente nelle fasce di reperibilità?

Non finiremo mai di stupirci dinanzi al candore e alla disinvoltura con la quale gli stessi soggetti, un giorno negano i diritti sottoscrivendo un accordo, un altro giorno invocano (naturalmente a voce e senza particolare impegno) note dell’Amministrazione che vadano contro l’accordo da loro stesso siglato, e il giorno successivo ancora rivendicano la bontà di quell'accordo. Comprendete bene che fare attività sindacale in queste condizioni diventa un rompicapo, nella migliore delle ipotesi ...

In ogni caso rivendichiamo come USB il merito di aver costretto con un pressing asfissiante l’Amministrazione a sconfessare, se pur parzialmente, quell’accordo e ad aprire la strada per recuperare quanto ci era stato sottratto.

Ma se da un lato consideriamo questo un primo passo importante, dall'altro riteniamo incomprensibile limitare la fruizione dei permessi alle sole ore rientranti nelle fasce di contattabilità in quanto ciò determinerà la differenziazione delle ore di permesso fruibili ad ore a seconda dei territori e quindi degli accordi locali sottoscritti (le fasce di contattabilità variano da regione a regione), producendo l'effetto secondo il quale chi ha fasce di contattabilità più ampie potrà fruire di maggiore ore di permesso orario.

Se pur moderatamente soddisfatti per questo parziale risultato ottenuto con tenacia e coerenza, per noi l’obiettivo rimane quello di sempre: riconoscere l’utilizzo di tutti i permessi orari anche in smart working e senza alcun limitazione, esattamente come prevede il nostro CCNL.

Se ci levano 100 per poi restituirci 50 il nostro obbiettivo resta sempre riconquistare 100.

Questo, a nostro avviso, deve fare una Organizzazione sindacale.

USB PI Agenzie Fiscali