Entrate - Il futuro del fisco italiano

In un periodo di crisi le azioni del fisco illustrate alle OO.SS.

Roma -

Si è svolto mercoledì 30 maggio l'incontro tra l'Agenzia delle Entrate e le OO. SS sul piano aziendale dell'Agenzia per l'anno 2012, prodromico alla successiva convocazione sulle Convenzioni Ministro - Agenzie Fiscali. La presentazione dei piani aziendali e la successiva convocazione sulle Convenzioni dovrebbero essere un momento di vero confronto, nel quale discutere con le OO. SS del ruolo strategico del fisco e delle politiche che si intende attuare per la valorizzazione del personale. Ed invece, si è consumato un triste rituale, nel quale, tra mille tecnicismi, si sono elusi i reali problemi dei lavoratori. Ne abbiamo ricavato l’impressione dell’enorme distanza che corre tra i vertici di questa amministrazione e la vita concreta e quotidiana dei lavoratori. La stessa distanza che attualmente passa tra il governo Monti ed il paese reale.

Tralasciando gli aspetti “tecnici”, l’amministrazione ha comunicato che l’obiettivo monetario per l’ anno 2012 ammonta a 10 miliardi (eppure il ricavato nell’anno 2011 è stato pari a 12,7 miliardi): aumenta il numero delle grandi imprese ammesse al tutoraggio, mentre diminuisce il numero dei controlli nei confronti delle medie e piccole imprese.

Già da questi elementi possiamo comprendere come ci sia un arretramento negli obbiettivi di contrasto all’evasione. Senza considerare che stiamo già parlando di cifre risibili rispetto al mare magnum della piaga sociale rappresentata dall’evasione pari a circa 160 miliardi annui.

L'Agenzia delle entrate ha ammesso che gli obiettivi assegnati per il 2012 terranno conto degli effetti della crisi finanziaria che si manifesteranno ancora per tutto l'anno. Noi non ci spieghiamo però il nesso fra la crisi e l'evasione fiscale. Casomai, la crisi potrebbe giustificare una diminuzione dei versamenti spontanei da autotassazione ma proprio non comprendiamo perché debbano diminuire le entrate dalla lotta all'evasione fiscale, fenomeno questo che casomai approfitta della crisi per lievitare ulteriormente.

Così i lavoratori non avranno carichi di lavoro inferiori e questa di per sé è una pessima notizia; ma come se non bastasse ciò, dovranno continuare ad essere i migliori clienti del Fisco, come dimostrano i dati sulle dichiarazioni del 2010 che confermano lo scandalo di questo Paese e ciò che le tasse sul reddito sono pagate per l'85% da lavoratori dipendenti e pensionati. Uno scandalo, a cui si accompagna il fatto che su 160 miliardi di IRPEF versata, soltanto 13 miliardi provengono da lavoro autonomo e circa 20 miliardi da reddito d'impresa!

Invece di potenziare l'azione di contrasto all'evasione, ci sembra (come dimostra l'aumento dei controlli sulle dichiarazioni da Mod. 730 previsto nel 2012) che tutto si risolverà con il solito accanimento nei confronti di quei contribuenti che le tasse già le pagano fino all'ultimo centesimo.

Quel che aggrava la nostra prima valutazione sul piano aziendale 2012 è che manca ogni riferimento alle politiche sul personale e cioè mancano risorse per finanziare il contratto integrativo e mantenere aperta la via degli sviluppi professionali che è poi l'obiettivo principale della nostra azione sindacale.

L’amministrazione ci ha comunicato che negli ultimi 11 anni c’è stato un calo del personale del 12% (anche a causa di precise scelte adottate dalla stessa Agenzia...) ma che nonostante ciò i lavoratori hanno comunque garantito il raggiungimento degli obbiettivi.

L’immediata conseguenza di questa riflessione dovrebbe essere il riconoscimento in termini salariali per tutti i lavoratori. Insomma: almeno una progressione economica per tutti, come USB sostiene da tempo e come sostengono le 15.000 firme delle lavoratrici e dei lavoratori già raccolte in pochi mesi. E invece, ancora una volta, l’amministrazione si nasconde dietro le norme e i vincoli di bilancio dimostrando di avere sensibilità e capacità di pressione sulla politica e sul Parlamento soltanto quando sono in ballo interessi precisi.

 

È stato questo il caso della sanatoria per gli incarichi dirigenziali ed è stato questo anche il caso del soccorso chiesto a Equitalia nei giorni difficili delle contestazioni avvenute in tutto il Paese.

Nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che garantiscono il funzionamento della macchina fiscale, fino ad oggi non c'è stato un reale segnale di interesse. Anche sul fronte dell’orario di lavoro, abbiamo chiesto un gesto di buon senso e responsabilità da parte dell’amministrazione: revocare gli accordi sull’orario di lavoro già sottoscritti e sospendere tutte le trattative in corso.

I front office sono diventati una polveriera, le condizioni dei lavoratori sono oltre il livello di sopportabilità; i recenti fatti (Romano di Lombardia e non solo) dimostrano che il rapporto tra Fisco e cittadini si sta progressivamente incrinando. Si dovrebbero adottare scelte organizzative per alleggerire i front office dalla enorme pressione cui sono sottoposti e comunque non è il caso adesso di logorare ulteriormente il personale già in prima linea nell'erogazione dei servizi all'utenza. In questa fase, quindi, ridurre la flessibilità, le pause e ampliare gli orari di apertura degli sportelli, come già avvenuto nella Direzione provinciale 1 di Roma e come si sta tentando di fare un po’ ovunque, ci sembra illogico  e anche abbastanza cinico nei confronti dei lavoratori.

Il prossimo appuntamento è per la presentazione ufficiale delle Convenzioni 2012. In occasione dell'incontro con il Direttore dell'Agenzia delle entrate avevamo chiesto di non considerare questo appuntamento un semplice passaggio formale ma di renderlo un'occasione - forse irripetibile - per ridare slancio alla macchina fiscale. Ciò secondo noi deve avvenire anche con la concreta presenza del Direttore stesso (da diversi anni assente) e dei massimi vertici del Ministero dell'Economia. Pare che entrambe queste richieste troveranno una risposta positiva: staremo a vedere. Ciò che chiediamo alle lavoratrici e ai lavoratori è di essere anche loro protagonisti di questo appuntamento, per chiedere con forza nuovi investimenti sulla macchina fiscale: in termini di risorse, di stabilizzazione del salario, di sviluppi professionali, di nuove assunzioni e anche di uno sforzo per dare più garanzie e coperture a chi svolge un delicato e difficile compito in un difficilissimo momento.