Entrate: (im)mobilità e interpelli
Nuovi interpelli … ormai la mobilità è solo per i “prescelti” dall’Agenzia
Nel giro di qualche mese l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una notevole quantità di interpelli per differenti professionalità, da destinare soprattutto nel centro e sud Italia.
In data 2 maggio, la direzione centrale del personale ci ha comunicato l’avvio di una nuova procedura di interpello per l’individuazione di cento funzionari da destinare agli uffici dipendenti dalla Direzione regionale del Lazio.
Ci sembra che questo fenomeno stia divenendo tutt’altro che marginale e ci appare più che evidente che l’utilizzo sistematico dell’istituto dell’interpello diventi un modo surrettizio per aggirare e vanificare la procedura di mobilità volontaria.
Rileviamo tra l’altro, come ben sa l’Agenzia, che questi interpelli rispondono esclusivamente alle esigenze di lavoratori in servizio nelle sedi del nord Italia, cui non viene data altra possibilità di avvicinamento alla famiglia, mentre tali posti dovrebbero essere destinati alla mobilità volontaria.
Insomma l’Agenzia usa due pesi e due misure: da un lato ritarda sistematicamente le procedure di mobilità volontaria e continua a mettere a disposizione un numero di posti limitatissimo che spesso non garantiscono il trasferimento neppure a lavoratori con importanti carichi di famiglia o in presenza di gravi problemi familiari o con una notevole anzianità di servizio, dall’altra, per sue esigenze di servizio, bandisce una quantità spropositata di interpelli.
Insomma, quegli stingenti vincoli numerici che l’Amministrazione pone ogni volta che deve essere riconosciuto il diritto alla mobilità dei lavoratori, improvvisamente scompaiono quando, attraverso gli interpelli, deve scegliersi i lavoratori da destinare verso le sedi del centro sud.
E così anche questo istituto contrattuale viene deregolamentato ed il diritto cede il passo all’arbitrio.
E’ secondo noi necessario ed urgente invertire la tendenza: non solo procedere agli scorrimenti della graduatoria di mobilità in essere, ma arrivare ad una nuova procedura di mobilità nazionale che tenga conto però di tutti gli spostamenti operati finora con interpelli e distacchi, e ponga al centro dell’attenzione il diritto dei lavoratori ad una mobilità trasparente con veloci e continui scorrimenti della graduatoria.