Entrate, incontro del 3 novembre su Posizioni Organizzative ed Incarichi di Responsabilità: LA FORTE PROTESTA dell’USB COSTRINGE L'AMMINISTRAZIONE A MISURARSI CON I VERI PROBLEMI DEI LAVORATORI! Ma la strada è ancora lunga
Il copione era già irrimediabilmente scritto. Sarebbe stata la consueta rituale riunione durante la quale, eluse tutte le questioni irrisolte con le quali i lavoratori si stanno scontrando oramai da 8 mesi ed oggetto della mobilitazione indetta da USB, l'Amministrazione e le altre sigle sindacali avrebbero, come nulla fosse, amabilmente discusso di posizioni organizzative e di incarichi di responsabilità. Ed infatti lo spettacolo era già pronto per andare in onda: l'amministrazione che illustra le slides (sempre le stesse da anni) sul conferimento delle posizioni organizzative per dimostrare quanto è giusto e bello pagare con soldi nostri figure individuate in maniera totalmente arbitraria da loro, e le altre sigle sindacali ben disponibili a discutere per ore del sesso degli angeli e poi puntualmente avallare le scelte dell'amministrazione.
Ma la richiesta formulata da USB il giorno precedente la convocazione nella quale chiedevamo di modificare l'ordine del giorno stabilito dall'Amministrazione, unitamente al nostro tempestivo e determinato intervento al tavolo sindacale nel quale abbiamo ribadito che pretendevamo risposte su buoni pasto, rimborsi spese, dotazioni informatiche e permessi orari (altro che discutere di articoli 17 e 18 del CCNI!) ha in parte mutato la piega scontata che avrebbe assunto questo pseudo confronto.
Abbiamo infatti subito ribadito la nostra totale indisponibilità a discutere di POER, posizioni organizzative e quant'altro: surreale già in condizioni normali e del tutto provocatorio nella condizione attuale.
E non solo perchè il riconoscimento dei buoni pasto, dei permessi orari previsti dal CCNL e negati dall'accordo del 17 settembre, dei rimborsi spese e delle dotazioni informatiche che dovrebbero essere fornite dall'amministrazione costituirebbero davvero il minimo sindacale, ma anche perchè il decreto ristori vedrà a brevissimo i lavoratori dell'Agenzia delle Entrate impegnati in prima linea con annessa richiesta di uno sforzo lavorativo supplementare.
Con organici da anni in sofferenza, con tagli al nostro salario accessorio che ogni anno ammontano a circa 50 milioni di euro, con lo stanziamento dei fondi del salario accessorio del 2019 del quale si è persa traccia e con meno diritti e salario per effetto di una disciplina dello SW palesemente penalizzante, si continua imperterriti a chiedere sacrifici e senso di responsabilità ai lavoratori!
Ma per chiedere sacrifici occorre essere credibili e non può certo esserlo una Amministrazione che da mesi elude i problemi dei lavoratori e prova a nascondere la sua mancanza di coraggio trincerandosi dietro pretestuosi problemi tecnici o inesistenti vincoli giuridici che, invece per pagare l’indennità di mobilità alle POER in sw si dissolvono come neve al sole. Né possono esserlo quelle organizzazioni sindacali, se così si possono ancora definire, che costituiscono il vero problema al tavolo di trattativa: usano parole forti nei comunicati, sbandierano mobilitazioni concordate in tutto e per tutto con l'amministrazione (assurdo che la mobilitazione sia appoggiata dalla Direzione Centrale – se ne capisce l’efficacia e il senso) e poi sono sempre pronte con la penna in mano a togliere le castagne dal fuoco all’Amministrazione. Lo dimostra chiaramente, ultimo in ordine di tempo, l'accordo siglato il 17 settembre da cisl, uil, unsa, flp ed intesa sulla disciplina dello smart working, che ci ha proiettato in questa condizione così penalizzante per i lavoratori.
Quanti soldi sono stati risparmiati dall'Amministrazione in questi mesi durante i quali i lavoratori si sono di fatto auto organizzati, e perchè questi risparmi non possono essere subito indirizzati nei confronti dei lavoratori? Perchè per la parte “alta” del personale si trovano sempre soldi mentre tutto diventa impossibile quando le questioni riguardano la stragrande maggioranza del personale?
Questi interrogativi alla base del nostro determinato intervento al tavolo ha quindi rotto quella melassa che normalmente caratterizza questi incontri ed ha imposto la necessità di affrontare i temi al centro della mobilitazione che come USB abbiamo avviato da tempo. Con le altre sigle sindacali che nicchiavano o, peggio, si stringevano a difesa dell'amministrazione.
Dopo una breve sospensione dell'incontro, dovuta agli animi che nel frattempo si erano surriscaldati, l'amministrazione alla ripresa del confronto ha comunicato che sono in corso le attività per estendere in maniera consistente la fornitura delle dotazioni informatiche al personale e che, sul fronte dei rimborsi, sarebbe allo studio una disposizione normativa che dovrebbe seguire l'iter della legge di bilancio.
Ovviamente una risposta tutta da verificare ed assolutamente parziale rispetto alle varie questioni che abbiamo posto ma che almeno ha un minimo ripristinato una condizione di confronto sindacale più attinente alla realtà.
Ma poi, grazie all' accondiscendenza delle altre sigle sindacali, l'amministrazione ha avuto gioco facile nel ripristinare una agenda del confronto che prevede nell'immediato 2 incontri: sul finanziamento ed il reclutamento delle posizioni organizzative già la prossima settimana e poi, udite udite, sull'introduzione del sistema di valutazione.
L’Amministrazione ha anche chiesto alle sigle presenti se concordavano su quest’agenda e provate ad indovinare qual è stata l’unica sigla a chiedere la modifica delle tematiche degli incontri? USB … le altre tutte d’accordo …
Noi riteniamo che le questioni che riguardano esigenze organizzative dell'amministrazione non possono e non devono essere messe sullo stesso piano delle tematiche che riguardano tutti i lavoratori.
Per questo continueremo a batterci per dare soluzione ai problemi di tutti i lavoratori proseguendo le assemblee telematiche che abbiamo avviato negli uffici.
Ora più che mai soltanto la mobilitazione e la pressione dei lavoratori potrà consentire di riprenderci quei diritti, quel salario e quel futuro che, con il pretesto dell'emergenza, ci stanno pian piano sottraendo.