Entrate, lavoro a distanza: un’agenzia autoreferenziale e chiusa al dialogo ci costringe a dichiarare lo stato di agitazione

Nazionale -

La parte datoriale tenta “il colpo di mano” della regolamentazione unilaterale senza accordo. Ora la parola anche ai lavoratori sulle proposte sindacali unitarie.

È stato scritto ieri quello che l’Agenzia avrebbe voluto fosse l’ultimo capitolo della trattativa sul lavoro a distanza (smart working, telelavoro, coworking). E nell’idea della parte datoriale non era previsto di certo un lieto fine.

A fronte di una riunione fissata per il 30 agosto e mai convocata dall’amministrazione e di proposte sindacali che si sono mosse tutte nel solco dei paletti fissati dall’Agenzia delle Entrate e tendenti solo a rendere più flessibili ed esigibili gli istituti contrattuali, ci siamo ritrovati con la stessa identica proposta, salvo piccoli aggiustamenti, che l’Agenzia presenta da oltre tre mesi, che è praticamente uguale all’attuale regolamentazione unilaterale che tanti malumori ha provocato non solo nei lavoratori, ma anche nella parte più illuminata della dirigenza locale, regionale e addirittura nazionale.

Come dicevamo, non abbiamo chiesto rivoluzioni, ma solo di superare l’anacronistica decisione di limitare i giorni a due a settimana, fissare a tre ore giornaliere la contattabilità ferme restando le esigenze di servizio, prevedere maggiori tutele per le persone con problemi familiari e personali, aprire un ragionamento comune su forme di concorso alle spese per le utenze, non eliminare per principio l’idea della prestazione mista e, sul coworking, di non scavalcare a piè pari i tavoli regionali e provinciali che sono i soli ad essere competenti per le delocalizzazioni infraregionali e infraprovinciali.

Ci siamo trovati davanti un muro: l’unica cosa che l’Agenzia ci ha proposto dopo un’intera mattinata di proposte sindacali rimaste senza risposta è stata dichiarare il confronto chiuso e firmare un verbale negativo in modo tale da poter procedere unilateralmente a disciplinare tutta la materia.

Il quadro complessivo delle difficili relazioni sindacali si è inoltre aggravato in quanto siamo stati informati dall’Agenzia che due importanti accordi, quello sul salario accessorio del 2021 e sulle famiglie professionali, sono stati oggetto di rilievi da parte degli organi di controllo tali da bloccarne l’iter. Considerato che i due accordi sono perfettamente in linea con le vigenti regole normative e contrattuali appare incomprensibile tutto ciò che penalizza pesantemente le lavoratrici e i lavoratori dell’Agenzia delle Entrate. In questo la nostra Agenzia appare debole nelle relazioni con le altre istituzioni e incapace di tutelare la correttezza anche del suo stesso operato condiviso con le OO.SS..

Il sindacato ritiene questo complessivo atteggiamento, purtroppo non nuovo, autoreferenziale e soprattutto irresponsabile. Come interpretare altrimenti i comportamenti di totale chiusura nei confronti di sindacati che, lo ripetiamo, hanno cercato in ogni modo di trovare un accordo sul lavoro agile constatando che dall’altra parte non solo non vi sono state aperture, ma non c’è stata proprio la volontà di fare una trattativa visto che alle nostre richieste non sono state opposte spiegazioni bensì soltanto dei NO! secchi.

Ci appare chiaro che, sin dall’inizio, l’Agenzia ha mirato non a trattare rispettando i principi di correttezza e buona fede, ma soltanto ad arrivare ad un aut aut che preludesse a disciplinare da sé tutta la materia del lavoro a distanza. Ma, ci chiediamo, come immagina l’Agenzia di terminare il confronto su una delle parti più qualificanti del contratto nazionale con decisioni unilaterali senza che questo vulnus travolga tutte le relazioni sindacali? E come pensa di aumentare il senso di appartenenza e di ingaggio di lavoratori già sfibrati da carenze di personale e organizzative, sottoposti a obiettivi sempre più stressanti senza remunerazione alcuna? Mostrando loro semplicemente la faccia peggiore e più cattiva del datore di lavoro?

Parafrasando ci viene da dire: usque tandem abutere, Agenzia, patientia nostra? Siamo noi lavoratori a tenere in piedi questa organizzazione e non permetteremo a nessuno di trattarci come inutili suppellettili. Siamo persone e rivendichiamo i diritti e il trattamento che si deve alla spina dorsale dell’Agenzia.

Abbiamo quindi preannunciato alla controparte datoriale che noi non consideriamo affatto chiuso il confronto, che dichiareremo lo stato di agitazione del personale in mancanza di risposte immediate da parte dell’Agenzia e che presenteremo ai lavoratori alcuni punti unitari significativi e ci confronteremo con loro nelle azioni che intraprenderemo nei prossimi giorni laddove fossimo costretti a farlo dal comportamento omissivo della parte datoriale.

Laddove l’Agenzia comprendesse che non si possono fare le trattative per finta e intendesse riconvocarci per concludere positivamente il confronto, noi non ci sottrarremo perché abbiamo dimostrato ampiamente di essere la parte responsabile al tavolo negoziale e di avere a cuore sia le esigenze dei lavoratori che quelle dell’Agenzia. E ci pare di essere gli unici che sinora hanno cercato il contemperamento degli interessi in campo.

Le proposte unitarie di modifica sono allegate al presente comunicato.

Sottoscritto da tutte le OO.SS.