Entrate - Lombardia, quando la toppa è peggio del buco

Un accordo “stitico” dovrebbe fa ripartire le relazioni sindacali

Roma -

L'incontro in Direzione centrale, reso necessario dal perdurante degrado delle relazioni sindacali regionali, è stato l'occasione per un veloce ripasso di tutte le nefandezze che l'amministrazione ha compiuto in Lombardia nel recente passato. Dalla modifica dell'orario di lavoro e di servizio (si è arrivati all’apertura di sabato), al blocco per anni dei trasferimenti per legge 104, all'abrogazione in massa dei part-time

Su questi temi c'è stato un serrato confronto, alla quale non ha partecipato però il Direttore regionale della Lombardia a cui invece avrebbe fatto molto bene un "bagno" di relazioni sindacali. A maggior ragione per il fatto che l’amministrazione regionale continua a ritenere che le organizzazioni sindacali abbiano un pregiudizio nei confronti del Direttore regionale, il quale evidentemente tratta le questioni come fossero una faccenda personale.

La proposta di verbale di accordo presentata dall'Agenzia al termine della lunga giornata, riafferma alcuni principi su cui c'è la totale contrarietà di USB. Partendo dai punti proposti dall’Agenzia per ricomporre le relazioni sindacali, non si farà molta strada.

Il punto sull'orario di lavoro è particolarmente importante perché ovviamente ciò che si deciderà in Lombardia potrà determinare anche l'esito di altre trattative in altre Regioni oltre a vincolare le trattative nelle singole Direzioni provinciali. L'Agenzia ha riaffermato la validità della direttiva sull’orario di lavoro e di servizio impartita dal centro e che ha già prodotto alcuni frutti avvelenati. Uno di questi frutti avvelenati è stato citato dalla stessa Agenzia, che ha ricordato l'importanza dell'accordo sottoscritto alla Direzione provinciale 1 di Roma, con le firme di Cisl, Uil, Salfi ed Flp e senza il consenso delle RSU, di USB e di Cgil. La gravità di quell'accordo ci era stata subito chiara, così come ci è chiaro che nessuna direttiva centrale cambierà il nostro atteggiamento ai tavoli negoziali. L'Agenzia continua a fare di quella direttiva un punto di forza per provare a "contagiare" le altre trattative.

La proposta di ricomposizione del tavolo regionale in Lombardia riparte da qui e da questi altri punti: si vincola la mobilità regionale, rimandandola alle future nuove assunzioni; non c'è nessun ravvedimento rispetto al contenzioso innescato con le revoche selvagge dei part-time

Dunque da questo accordo così "stitico" dovrebbero ripartire le corrette relazioni sindacali in Lombardia. Se il buongiorno si vede dal mattino, non sarà affatto un buongiorno e presto ci ritroveremo dinanzi ad altri abusi e nefandezze. Intanto la Lombardia vanta il triste primato di essere una delle realtà con il peggiore clima interno, che esaspera i lavoratori al punto di averli portati spontaneamente in piazza in duemila la scorsa primavera. Se le cose andranno avanti così, siamo sicuri che presto ci ritroveremo al punto di partenza.