Entrate - mobilità e progressioni, morale della favola …
Resoconto di una riunione in cui si sarebbe potuto ottenere molto
È proseguita nella giornata del 23 gennaio la trattativa sull’integrazione dell’accordo sul FPSRUP del 14 dicembre 2011 per individuare le modalità della ripartizione delle risorse alle Direzioni regionali.
Come ricorderete, il 14 dicembre USB non ha firmato l’accordo perché si sarebbe potuto scegliere - ma non si è scelto - di utilizzare ben 5.105.581 euro, aventi carattere di certezza e stabilità, per aumentare il numero di progressioni economiche entro le aree; l'Agenzia entrate e i sindacati firmatari - quelli della prima ora e quelli... della seconda - hanno preferito destinare quelle risorse a future posizioni organizzative con l’evidente intento di continuare a farle crescere ben oltre i limiti posti dalla contrattazione collettiva.
Con l’accordo del 23 gennaio che ha confermato la scelta di non finanziare ulteriori progressioni economiche e che ha visto "stranamente" ingrossarsi le file dei firmatari, sono stati semplicemente corretti alcuni errori formali che erano passati inosservati e che, seppure commessi in buona fede, denunciano l'astrusità e la complessità del meccanismo che regola il salario accessorio, che da anni attende di essere inutilmente rivisto.
Altro punto all'ordine del giorno è stato la mobilità nazionale. L’amministrazione si è presentata nuovamente al tavolo con la solita, irricevibile proposta che prevede appena 200 posti complessivi per una procedura che è ferma dal 2008.
Abbiamo fatto rilevare ancora una volta l'esiguità dei numeri, soprattutto se paragonati alla quantità di interpelli emanati dall’Agenzia per le più disparate esigenze, quasi sempre riferite a uffici centrali e direzioni regionali del sud e delle isole. Ci pare evidente che di mobilità in questi anni ce ne sia stata tanta, ma solo per i “prescelti” dall’Agenzia. Per questo abbiamo rispedito la proposta al mittente, chiedendo di considerare la mobilità alla stregua di un vero e concreto diritto e non come leva di gestione del personale da utilizzare in modo strumentale e in piena deregulation
Morale della favola: pur in presenza di fondi fissi e ricorrenti per oltre cinque milioni di euro, non si fanno altre progressioni economiche grazie ai sindacati che firmano qualsiasi cosa e che quando non firmano poi ci ripensano; e quanto alla mobilità, per ora e in attesa che arrivino le dichiarazioni di eccedenza già minacciate dal ministro della Funzione pubblica, bisogna mettersi nelle mani degli interpelli, cosa che certamente non soddisfa le legittime aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori.
Così, il diritto alla "carriera" è diventato un percorso a ostacoli dove le progressioni economiche coinvolgono un lavoratore su tre e quelle giuridiche sono più irte di ostacoli di quanto lo sia l'accesso alla dirigenza che come sappiamo nella nostra Agenzia avviene con metodi diciamo discutibili; e la mobilità volontaria è una lontana chimera.
Noi continuiamo a sostenere proposte concrete che non guardano agli opportunismi sindacali, che sono comprensibili e coerenti con la nostra storia e che cercano di mettere sopra ogni cosa i diritti, la dignità e il salario delle lavoratrici e dei lavoratori.
Con la stessa coerenza e onestà con cui avanziamo al tavolo proposte concrete, chiamiamo le lavoratrici e i lavoratori a partecipare allo sciopero generale del 27 gennaio prossimo, indetto dalle maggiori organizzazioni del sindacalismo di base. E ricordiamo che fino al prossimo 8 febbraio è possibile presentare una lista USB, aperta a tutti, per il rinnovo delle RSU del prossimo 5, 6 e 7 marzo.
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