Entrate - No agli uffici pollaio: l'ingresso di nuovo personale non può prescindere da condizioni di benessere lavorativo, tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro!
Mentre i candidati si accingono alla prima prova per il concorso che assumerà, entro il 31 dicembre prossimo 2700 nuovi funzionari, nelle sedi dell'Agenzia si fa la ricognizione delle postazioni utili ad ospitare i futuri neoassunti. Una vera e propria caccia al tesoro, considerate le condizioni di saturazione in cui versano gli uffici, già in enorme difficoltà a collocare il personale dell’ultimo concorso.
Nella maggioranza dei casi, gli uffici dell'Agenzia erano costituiti da spazi appena sufficienti ad ospitare gli organici giá fino ad un paio di anni fa, in piena spending review, ma almeno allora venivano garantiti spazi destinati a riunioni, allo svolgimento di assemblee del personale, ad aule di formazione nei poli preposti a tali attività e spesso anche spazi a disposizione del personale per consumare un pasto in pausa pranzo.
A partire dal 2023, l’attività assunzionale dell'Agenzia, programmata e indispensabile considerata la carenza di personale che raggiungeva, in alcuni uffici, punte del 30%-40%, non ha fatto i conti con l’organizzazione logistica delle sedi. Dalla conclusione degli ultimi concorsi, ogni spazio utile è stato saturato, creando in molti casi situazioni invivibili per la coesistenza di numerose postazioni, in deroga al benessere organizzativo, se non addirittura a condizioni minime di sicurezza. Le stanze pollaio negli uffici costituiscono oramai la regola, per non parlare delle postazioni di lavoro in promiscuità con i front office, dove lavorare diventa molto faticoso. Chi porta il pasto da casa mangia sulle scrivanie, perchè anche gli spazi un tempo dedicati al consumo del pranzo sono stati utilizzati per posizionare nuove postazioni di lavoro. Molte delle aule di cui disponeva l'Agenzia per l’organizzazione di corsi in presenza, oggi ospitano scrivanie, negando la possibilità di una formazione, oggi penalizzata e impoverita da quella a “distanza”.
In questa situazione già molto complessa che il personale subisce quotidianamente, i dirigenti sono alla ricerca di ulteriori spazi da poter sfruttare per allocare i futuri colleghi e colleghe.
Il rischio è quello di rendere invivibili locali già stretti o che i neoassunti inizino a viaggiare verso uffici periferici per la sola ragione che, nelle sedi più decentrate, potrebbero esserci ancora postazioni disponibili.
Il prezzo della disorganizzazione e della mancata programmazione da parte dell'Agenzia non puó ricadere ancora una volta su lavoratrici e lavoratori. Altro che benessere organizzativo, siamo in presenza della mancanza dei requisiti minimi di sicurezza o di privacy, per esempio nella gestione dei contraddittori con contribuenti e professionisti, condizioni raccomandate al personale che lavora in smart working, ma negate negli spazi “pollaio” quando si lavora in presenza.
La pandemia sembra un lontano ricordo viste le condizioni in cui versano gli uffici oggi, per non parlare di come si ridurranno entro la fine di quest’anno.
Non si possono azzerare gli spazi minimi di convivenza. Insieme alla programmazione di nuove assunzioni, giusta e necessaria, serve una ricognizione logistica seria che verifichi le condizioni fisiche dei luoghi di lavoro e la programmazione della ricerca di nuovi spazi per gli uffici dell'Agenzia, che garantiscano condizioni lavorative sicure ed adeguate.
Non ê accettabile uno scambio tra la necessitá di aumentare gli organici e le condizioni di sicurezza che devono sempre essere assicurate nei luoghi di lavoro: le due esigenze possono e devono coesistere.
USB PI Agenzie Fiscali