Entrate - Per un pugno di euro ...

Roma -

Nella giornata del 16 giugno, dopo più di tre mesi, è ripreso il confronto con l’Amministrazione sul salario accessorio dei lavoratori.

 

Nel frattempo nessuna soluzione è stata trovata per impedire un ulteriore taglio alle risorse assegnate con il decreto comma 165, firmato dal Ministro ormai da svariati mesi,  a causa delle norme sui vincoli di bilancio.

 

I tagli per il personale delle Entrate e dell’ex Territorio sono particolarmente ingenti in quanto si parla di un’ulteriore sforbiciata di circa 40 milioni di euro che si va ad aggiungere a quella già subita  nel 2011 pari a 25 milioni.

 

USB non ha voluto e non vuole  chiudere il fondo 2012, ratificando con la sua firma questo taglio di risorse conquistate con il nostro lavoro, senza che la neo direttrice dell’Agenzia delle Entrate possa intervenire con determinazione affinché  tutte le somme assegnateci vengano distribuite ai lavoratori esattamente come è accaduto per i lavoratori del MEF.

 

Non vogliamo che venga usata come moneta di scambio la possibilità di fare un accordo per dare un acconto sul fondo 2013 che garantirebbe il pagamento di circa 400 euro lorde pro capite senza però avere la certezza di poter recuperare le somme tagliate.

 

Una soluzione per non accettare il taglio c’è  e l’abbiamo indicata al tavolo di trattativa: liberarsi del ricatto salariale erogando una gran parte delle somme della produttività individuale 2012 a titolo di acconto. Questo garantirebbe la distribuzione di fondi ai lavoratori senza dover chiudere accordi al ribasso, senza dover aspettare la chiusura delle trattative locali e mantenendo aperta  la possibilità che  la dottoressa Orlandi   dia un segno chiaro e tangibile del nuovo corso  rimettendo al centro del dibattito l’importanza delle funzioni del personale dell’Agenzia.

 

Continueremo a batterci perché neppure un euro vada perduto, soprattutto in un momento in cui i contratti sono bloccati da più di cinque anni, e il salario accessorio continua a scendere:  chiediamo discontinuità rispetto all’Amministrazione precedente, capace di intervenire con  norme che aggiravano il dettato costituzionale ma  che non si è mai impegnata in difesa del salario di tutti i lavoratori e non dei pochi prescelti.

 

Anche sul tema della difesa del salario il 19 giugno ci sarà lo  sciopero generale dei lavoratori pubblici:  saremo in piazza a difendere i nostri diritti e a chiedere lo sblocco immediato dei contratti economici.

 

Chiediamo anche  a te  un NO chiaro e forte alla spending review e alla “riforma” della pubblica amministrazione.

 

Contro un attacco violento alla nostra vita, ai nostri diritti, al nostro salario e alla nostra dignità questo è uno sciopero necessario!