Entrate, POER: il mondo alla rovescia!
Oggi all’Agenzia delle Entrate si discuteva di POER e, a meno di 24 ore di tempo dall’incontro sui passaggi dalla II alla III Area, è sembrato che si stesse parlando in due universi separati.
Ieri i vincoli normativi erano così stretti da escludere dalla procedura tutti i lavoratori di seconda area privi di laurea ed anche tutti i laureati il cui indirizzo di laurea non rientra tra quelli richiesti dall’Agenzia nei concorsi dal 2001 ad oggi. Oggi, parlando di Poer, tutto diventa più semplice, basta avere 5 anni di anzianità maturata anche in altra amministrazione, qualsiasi laurea va bene, anzi non è nemmeno necessaria, e con un colloquio e qualche altra prova estremamente snella si raddoppiano e in qualche caso si triplicano gli stipendi.
Mentre ieri sui passaggi dalla II alla III area eravamo in un cunicolo stretto, normativamente parlando, e cercavamo di spostare le virgole per allargare la ridotta platea dei partecipanti, oggi, discutendo di Poer, eravamo, invece, in una sconfinata prateria normativa.
In questo contesto una procedura (che origina da una specifica norma) nata e pensata per lasciare massima discrezionalità nell'attribuzione degli incarichi para dirigenziali non può nemmeno lontanamente essere trasformata in qualcosa di vagamente oggettivo. E chi racconta altre cose mente sapendo di mentire per nascondere la copertura che sta dando a precise scelte datoriali. Ora come in passato.
Per questo abbiamo esternato tutta la nostra contrarietà a questa condizione, secondo la quale, per passare dalla seconda alla terza area occorre fare i salti mortali ed attendere tre o quattro anni per portare a compimento un percorso contorto e tutto in salita e che comunque esclude il personale non laureato, mentre nel giro di un mese o due si può aspirare a dirigere un ufficio con uno stipendio da sogno.
Questa esplosiva contraddizione fotografa perfettamente un sistema profondamente ingiusto e che si combatte soltanto capovolgendo l'ordine delle priorità e rivolgendo tutti gli sforzi nelle battaglie che riguardano tutti i lavoratori e non solo una parte di essi: riconoscimento dei permessi orari, dei buoni pasto e dei rimborsi spese per chi è in lavoro agile.
In un mondo normale i percorsi dovrebbero essere invertiti e per passare in terza Area lo si dovrebbe fare con estrema tranquillità e semplicità, mentre le prove d’esame ed i titoli richiesti dovrebbero essere di importanza vitale per assumere funzioni semidirigenziali. Ma si sa che il mondo gira alla rovescia grazie anche a determinate scelte sindacali.