Entrate - Progressioni Economiche: A CHI GIOVA LA RISERVA DEL 7%?
Dopo tanti pasticci e colpevoli ritardi, è arrivata la nota del Direttore Centrale del Personale sull’avvio della prima procedura per le progressioni economiche, con decorrenza economica 01.01.2018, che riguarderà circa il 40% del personale, e si svolgerà attraverso una applicazione informatica. La graduatoria finale per la prima tranche degli sviluppi economici è prevista per il mese di ottobre.
A questo punto chiunque può intendere che, contrariamente a quanto sbandierato dalle sigle firmatarie dell’accordo, i tempi sono strettissimi per la conclusione della seconda procedura entro la fine dell’anno, con inevitabili ricadute sulla decorrenza economica che slitterebbe di un anno. Insomma il crono programma tanto propagandato dalle altre sigle sindacali (conclusione delle due procedure entro il 2018 e poi la terza procedura nel 2019) comincia a vacillare tanto è vero che persino una sigla firmataria di quegli accordi solleva più di un dubbio sulla conclusione delle due procedure entro il 2018, di fatto riconoscendo quanto da sempre evidenziato da USB.
Si poteva fare diversamente? Certamente! Come abbiamo sottolineato in tanti comunicati, se CGIL, CISL, UIL, SALFI e FLP non avessero improvvisamente sospeso la trattativa. a marzo del 2017, il primo ciclo di progressioni economiche l'avremmo tranquillamente concluso entro quell'anno ed oggi il traguardo delle progressioni economiche per tutti, sarebbe decisamente più vicino .
Alla dubbia tempistica si accompagna, poi, la certezza che il processo di valutazione per individuare il famoso 7% che beneficerà della progressione indipendentemente dai titoli di studio e dall’anzianità di servizio, si risolverà in una operazione totalmente arbitraria che trasformerà le progressioni economiche nell’ennesimo strumento premiale ad uso e consumo dell’Amministrazione.
E non sarà certo una pleonastica e rituale motivazione a conferire oggettività ed autorevolezza ad un sistema che si fonda sulla totale discrezionalità.
E soprattutto:
- la valutazione sarà fatta solo su una parte dei dipendenti o su tutti, considerato che l’allegato B riporta anche degli elementi che definiscono negativamente l’attività lavorativa?
- visto che le graduatorie sono regionali e il responsabile dei CdR (Centro di Responsabilità) è il Direttore Regionale, quest'ultimo come utilizzerà le valutazioni che saranno presumibilmente fatte dai dirigenti dei settori o uffici periferici?
- gli esclusi dalla valutazione dei “meritevoli” potranno far valere eventuali ragioni di pari dignità o pari “meritocrazia”?
- se saranno resi pubblici i giudizi espressi per i “meritevoli”, si potranno chiedere dettagli e chiarimenti sui presupposti oggettivi individuati?
Quello che traspare è che questa previsione rischia realisticamente di creare tante macerie, anche irreversibili, a danno di tutti. Come d'altronde già ampiamente accaduto in passato.
Un meccanismo pensato solo per riaffermare un falso principio ideologico, nel novero della decantata “meritocrazia”.
Si prospetta dannoso per gli “eletti” perché, inevitabilmente visti e vissuti, anche incolpevolmente, come “i soliti …”; per i dirigenti che si vedranno costretti a fare forzature poco funzionali ad un sereno clima lavorativo; per tutti i dipendenti che si vedranno coinvolti in un meccanismo di competizione senza regole certe e condivise e da guerra permanente …
E allora a chi giova questo meccanismo ?!?
Certamente a chi ha interesse a dividere i lavoratori; certamente a chi non pensa che alcuni valori, come la solidarietà e il rispetto della dignità, sono fondamentali nei rapporti e possono e dovrebbero essere il vero motore per dare forza e coesione anche all’Amministrazione; certamente a chi non pensa che i principi costituzionali sull’imparzialità e pari dignità (artt. 3 e 97) sono da far vivere non solo all’esterno ma anche all’interno dell’Amministrazione.
Qualcuno condivide, qualcuno si è già rassegnato, qualcuno si è già adeguato perché pensa forse che gli potrebbe convenire, qualcuno pensa, invece, che tanto non abbiamo voce per decidere …
Noi pensiamo che, invece, la sub cultura della valutazione non dovrà avere la meglio e che solo … UNITI SI VINCE !!!!