Entrate - Progressioni Economiche, lo specchio di un'Agenzia
L’Agenzia delle Entrate, settore strategico del paese, dovrebbe essere gestita da manager preparati che sappiano gestire al meglio le banche dati messe a loro disposizione.
Accade però che questi strapagati dirigenti non vogliano o, forse, non sappiano neanche elaborare i dati dei propri dipendenti per effettuare una graduatoria per i passaggi di fascia economica.
Non era sufficiente una procedura nella quale l’anzianità di servizio è di fatto azzerata dopo 15 anni di lavoro, i titoli di studio non adeguatamente misurati, alcuni congedi e aspettative per gravi motivi ingiustamente non considerate nell’anzianità di servizio e la valutazione che lascia carta bianca proprio a quei dirigenti che già hanno dimostrato di fare un pessimo uso di questo strumento.
La scelta di far uscire la procedura nel mese di luglio, con una consistente parte del personale in ferie, la possibilità di verificare e correggere i dati in soli 15 giorni, spesso senza neanche ricevere una email di conferma, l’impossibilità di certificare quanto elaborato dall'amministrazione, l’errato conteggio dei periodi di part time, costituiscono la classica ciliegina sulla torta di una procedura nata male e che sta finendo anche peggio. E mostra anche e soprattutto, tutta la mancanza di rispetto per i diritti e le legittime aspettative del personale.
Dinanzi a questa sciatteria, qualcuno si scandalizza per dei bavagli sulla bocca, mostrando la frustrazione tipica di chi è parte attiva di un sistema che fa acqua da tutte le parti.
La verità è che il patto di ferro stretto tra amministrazione e cgil, cisl, uil, salfi per provare a salvare le poltrone dei vertici aziendali dopo la formazione del nuovo Governo, deve andare avanti e non ammette alcun tipo di ostacolo.
I manovratori non vogliono essere disturbati e per agire “serenamente” devono calpestare non solo la democrazia sindacale ma anche i diritti e il rispetto che dovrebbe sempre essere garantito ai lavoratori. Sono due facce della stessa medaglia, per questo chiediamo ai lavoratori di continuare a sottoscrivere la raccolta di firme per la cancellazione dell'articolo 7 del CCNL.
Senza democrazia sindacale non ci sono diritti che tengano!