Entrate Sardegna. Incarichi dirigenziali: chiediamo trasparenza e chiarezza
L’assegnazione degli incarichi dirigenziali, avvenuta a fine dicembre, ha creato “malumori all’Agenzia delle Entrate”, come titolava La Nuova Sardegna in un articolo del 28 Dicembre 2005.
In seguito le nomine sono state rinviate di un mese.
In questo nostro comunicato, vogliamo affrontare la questione da un altro punto di vista. Quello dei lavoratori, che trascorrono la loro vita lavorativa negli uffici, e quello degli utenti, a cui la nostra professionalità e il nostro servizio è diretto.
Certamente crediamo che questa è una politica aziendale che non porta lontano. Si è creato malumore tra tutti coloro che hanno partecipato alla selezione, e anche tra tutti coloro che non vi hanno potuto partecipare, perché a differenza di altre regioni, veniva richiesto come titolo per partecipare alla selezione la laurea.
Capi team, capi area, funzionari, alcuni con esperienza ventennale o trentennale, anche in possesso del titolo richiesto, hanno partecipato alla selezione, ma poi si sono visti scavalcare da giovani appena entrati in amministrazione. Malumore anche tra i colleghi tutti. Non è una bella aria quella che tira.
Certo, l’incarico come recita la nota con cui è partita al procedura, è di natura prettamente fiduciaria e come tale insindacabile nel merito. Ma è evidente che dalla vicenda emergono contraddizioni talmente forti, che sono esplose, hanno preso vita e sono divenute malumori, articoli di protesta, intervento delle organizzazioni sindacali, interrogazioni parlamentari.
Noi della Rdb-CUB, come organizzazione sindacale non possiamo che esprimere forti dubbi sulla vicenda, che di fatto fa perdere di credibilità all’Agenzia nel suo complesso. Non ci avevano detto che come Ministero eravamo troppo vicini ai centri di potere? Che la trasformazione in Agenzia la avrebbe reso autonoma? Che l’avrebbe allontanata dai centri di potere forti, dall’interferenza della politica? Sembrerebbe di no.
In questa vicenda l’interferenza della politica sembra essere ai massimi livelli, i poteri forti e le lobby locali sembrano aver preso il sopravvento sul diritto dei lavoratori ad avere un percorso di sviluppo di carriera in base alle loro competenze, professionalità e serietà dimostrata in anni di lavoro e di esperienza maturata sul fronte della gestione dei reparti e delle aree.
Crediamo che in questo momento, in cui i lavoratori sono chiamati ad affrontare nuove trasformazioni, contenute nelle bozze presentate per il rinnovo del contratto integrativo, con il quale si vuole introdurre la valutazione del dirigente, questi fatti non aiutano il dibattito, non aiutano i colleghi a capire le dinamiche interne dell’Agenzia, e di fatto fanno crescere il malcontento e spingono i colleghi a non fidarsi di meccanismi valutati dei dirigenti quali Antares che si vorrebbero introdurre all’interno dell’Agenzia. Dobbiamo fidarci? E perché? I fatti sembrano andare in tutt’altra direzione rispetto alla chiarezza e alla trasparenza su tutto che come rappresentanti dei lavoratori vorremmo.
Come Organizzazione Sindacale esprimiamo forti dubbi sulla vicenda, e siamo amareggiati per la perdita di credibilità dell’Agenzia delle Entrate.