Entrate. Sicurezza informatica ?!? Per chi?
Il 13 dicembre è proseguito il confronto con l’Agenzia sul tema della sicurezza informatica.
In prima battuta si è discusso della nuova procedura operativa che deve essere usata dai lavoratori dei Centri di Assistenza Multicanale e che, prevedendo un appesantimento della procedura informatica teso a “tracciare” il numero telefonico dell’utente, comporterà un notevole rallentamento sui tempi di erogazione del servizio.
Abbiamo fatto presente ancora una volta che questa procedura replica i difetti di Profilo Utente e che l’abbattimento della produttività che si verificherà non potrà che condizionare negativamente il raggiungimento degli obiettivi, con conseguente riduzione del salario accessorio dei lavoratori. La risposta che abbiamo ottenuto dall’Agenzia è un impegno a monitorare l’attività dei CAM per un mese al fine di una possibile rimodulazione degli obiettivi di tali uffici nelle prossime Convenzioni tra Agenzia e Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Avremmo dovuto parlare anche di sicurezza negli uffici locali invece ci è stato comunicato che il Ministero ha incaricato il COCESI (Comitato Centrale di Sicurezza) istituito presso il DPF, per lo studio delle problematiche inerenti la sicurezza informatica delle Agenzie. Ovviamente tale Comitato, di cui fino a ieri ignoravamo l’esistenza, avrà il potere di analizzare e segnalare al Ministero tutte le soluzioni atte a garantire la sicurezza informatica oltre che dall’esterno, come ci sembra ovvio, anche dall’interno. Il Ministero, poi, adotterà gli accorgimenti del caso.
Noi non staremo a guardare. Ci informeremo sulla natura di questo comitato ed interverremo presso le sedi istituzionali competenti con tutti gli strumenti a nostra disposizione per la tutela dei lavoratori.
Ci è stato, inoltre, riferito che sono allo studio allarmi per evidenziare interrogazioni effettuate su codici fiscali di VIP. Ogni lavoratore comprenderà la gravità di ciò che sta avvenendo: di fatto si sta stabilendo che proprio chi dovrebbe essere controllato dal Fisco in quanto possibile evasore ha più diritto di altri a mantenere la privacy su quelli che dovrebbero essere dati pubblici proprio in nome della lotta all’evasione fiscale.
Ci sorgono spontanee alcune domande:
Quale è l’autonomia delle Agenzie se sarà il Ministero a decidere le procedure di controllo delle Agenzie Fiscali?
Perché non è possibile coinvolgere il Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie sullo studio di sistemi di sicurezza comuni a tutta la Pubblica Amministrazione?
Forse lo scandalo mediatico dello spionaggio fiscale ha avuto proprio lo scopo di adottare procedure volte ad un controllo più stringente dei lavoratori delle Agenzie Fiscali piuttosto che degli evasori?