Entrate - Storie di ordinaria inefficienza
E se i lavoratori si comportassero come l’Agenzia
Stiamo assistendo in questi giorni a delle situazioni alquanto strane e particolari.
Due situazioni che non hanno relazione tra loro, ma che ci danno l’idea di come questa agenzia oramai sia in balia di fatti che creano solo problemi ai lavoratori e non aiutino a lavorare con “armonia”.
La prima riguarda la nuova procedura presenze assenze. Partita a metà mese questa nuova procedura sta evidenziando numerosi problemi in quanto mancano numerose voci per inserire dati.
In più dal 27 maggio è entrata in vigore la nuova procedura self service e che per dire un eufemismo sta dando qualche piccolo problema.
Una mole enorme di lavoro sta gravando sui colleghi della segreteria, che sono costretti ad interloquire ogni momento con la SOGEI per segnalare anomalie continue; e perdite di tempo continue per i colleghi che, non trovando le voci per poter inserire i propri giustificativi, vanno ad intasare le stanze della segreteria creando non poche tensioni.
Ma non sarebbe il caso di prendere in seria considerazione il fatto di reinternalizzare come proposto tanti anni fa dall’allora direttore Billia tutta la parte inerente i sistemi informatici?
Il carrozzone SOGEI si sta rivelando ancora una volta per quello che è: una macchina mangiasoldi che fornisce prodotti scarsi. Saremmo molto curiosi di sapere quanto queste nuove procedure siano venute a costare all’agenzie delle entrate. E come al solito sono i lavoratori i penalizzati da queste operazioni.
La seconda riguarda il controllo interno. Sempre più colleghi vengono chiamati dall’Audit a rispondere del perché, da tabulato, sono state fatte alcune interrogazioni.
Genitori, fratelli qualche amico a cui vedere la situazione fiscale. Addirittura siamo arrivati al fatto che qualcuno è stato sanzionato di una decina di minuti per aver perso tempo a guardare la posizione di un familiare.
Non sappiamo se anche questo sia tra gli obiettivi da raggiungere. Sappiamo però che i colleghi che già lavorano in condizioni pessime, in quanto oltre ad avere carichi di lavoro pressanti, tempi stretti per le lavorazioni e scadenze imminenti, debbano poi anche avere la paura di poter essere sanzionati per avere controllato la posizione fiscale del genitore. A noi sinceramente questo sembra veramente ridicolo.
L’agenzia chiede al personale elasticità per non ingessare le lavorazioni ma poi è rigida in maniera pedissequa con i lavoratori andando a cercare minuziosamente “il pelo nell’uovo” e, soprattutto, di fronde ad un qualsiasi errore li lascia soli in balia delle eventuali conseguenze o peggio ancora è pronta a comminare provvedimenti disciplinari.
E se d’ora in poi anche noi fossimo rigidi come l’Agenzia???!!!