Entrate - UNIVERSI PARALLELI
L’analisi dell’incontro con il Direttore dell’Agenzia delle Entrate
Abbiamo avuto oggi la prova tangibile della distanza siderale che passa tra due mondi, il management dell'Agenzia delle Entrate e quello in cui vivono le lavoratrici e i lavoratori della stessa Agenzia. Il management vede le continue riorganizzazioni come un segno di vitalità, di adattamento ai tempi che cambiano, di crescita qualitativa. In questo caso, l’accorpamento deciso con la spending review sarebbe un avvicinamento al "modello europeo" e la fine di un’anomalia solo italiana. La riorganizzazione consentirebbe poi di realizzare notevoli economie di scala e una più efficiente allocazione delle risorse.
Nel mondo dei comuni mortali (le lavoratrici e i lavoratori degli uffici) invece la sensazione è che ogni nuovo governo disfa quanto fatto dal precedente, imponendo un diverso modello organizzativo. Così la macchina fiscale finisce imprigionata nei lacci di una tela di Penelope che pare fatta apposta per distogliere energie dalla vera emergenza nazionale rappresentata dall'evasione fiscale.
Ogni riorganizzazione porta con sé il taglio degli organici, l’appesantimento dei carichi di lavoro, ulteriori risparmi che non si conciliano con la volontà di dare buoni servizi ai cittadini. La collettività paga le tasse per avere servizi ma poi i servizi vengono considerati un costo inutile e così si pagano più tasse e si hanno meno servizi: si chiudono gli uffici fiscali, patendo dai più piccoli, così come si chiudono gli asili, le scuole e gli ospedali.
Quelli che nel nostro universo chiamiamo tagli, nell’universo del management si chiamano economie di scala. Qualcuno ci guadagna, ma sappiamo che a perderci sono gli utenti che di quei servizi hanno un bisogno, talvolta vitale.
Va anche detto che a tanta vitalità “riorganizzativa” corrisponde un immobilismo senza precedenti sul fronte salariale: contratti bloccati, tetti alla retribuzione individuale, al salario accessorio, blocco di progressioni e istituti contrattuali ingessati da una legislazione tornata, per il pubblico impiego, ad essere invadente come negli anni ‘50.
Quando si parla dei nostri diritti e del nostro reddito, la tanto sbandierata modernità cede il passo a un ritorno al Medioevo: incarichi dirigenziali per investitura divina, progressioni economiche benevolmente concesse dai dirigenti, valutazioni individuali, clima da Santa Inquisizione che opprime insopportabilmente i nostri uffici.
E diciamo anche che queste pesanti riorganizzazioni, queste “economie di scala”, questa “più efficiente allocazione delle risorse” finisce sempre per travolgere la parte pubblica del complesso meccanismo cui è affidato il compito di far pagare le tasse mentre altri pianeti della galassia fiscale (Equitalia, Sogei …) continuano indisturbati nella loro particolarissima orbita. Anche questa, nel nostro universo, è una pesante contraddizione che però il management non sembra cogliere.
Nel nostro universo c’è per fortuna anche la realtà dei fatti, che si è materializzata il 18 dicembre nelle oltre 60 iniziative (assemblee, presidi, volantinaggi, flash mob...) svolte da USB insieme alle lavoratrici e ai lavoratori negli uffici di tutto il territorio. Queste iniziative hanno detto chiaramente che per combattere realmente l’evasione fiscale bisogna investire sul fisco invece di far calare la mannaia della spending review.
Abbiamo accompagnato questa giornata con un gesto tutt’altro che simbolico, consegnando al direttore dell’Agenzia delle Entrate le oltre 20000 firme per chiedere sviluppi economici per tutti. Abbiamo raccolto la disponibilità a proseguire questo percorso “nel limite delle risorse disponibili”. Ora ci aspettiamo che nelle prossime trattative sui Fondi tale disponibilità si traduca in atti concreti, destinando tutte le risorse disponibili a nuove progressioni economiche.
Nel 2013 riprenderemo proprio dal successo e dai contenuti della giornata di ieri, con altre iniziative di mobilitazione, finché non otterremo ciò che chiediamo: stabilizzazione salariale, progressioni economiche, migliori condizioni di lavoro. L’affermazione del nostro universo, la fine del loro universo e anche la fine di tante contraddizioni che ci sembrano ormai insopportabili.
P.S. Durante l'incontro un passaggio del confronto ha trattato i problemi dell'orario di lavoro e dei front office, senza portare a soluzioni di fatto. Vi relazioneremo nel prossimo comunicato.