Fermate gli aumenti di luce e gas e restituite il maltolto

Nazionale -

Lunedì 3 ottobre l’Unione Sindacale di Base, con il sostegno di manifestazioni in diverse città d’Italia, ha presentato alla Procura di Roma una denuncia contro le condotte poste in essere dalle società che commerciano gas, energia elettrica e prodotti petroliferi ai danni della collettività, speculando sulle differenze tra quanto hanno pagato le materie prime e il prezzo al quale ce le stanno rivendendo.

Nella denuncia di USB si chiede che vengano sequestrati e/o acquisiti:

  1. gli extraprofitti dei traders italiani o i documenti relativi agli stessi;
  2. tutti i documenti attestanti i ricavi dell’ultimo anno degli operatori italiani che commerciano gas naturale;
  3. i documenti relativi agli utili del Ministero dell’Economia e delle Finanze nonché di CDP S.p.A., e i documenti relativi alle comunicazioni al Ministero dello Sviluppo Economico dei prezzi praticati.

Si avvicina pericolosamente il momento del fallimento economico delle famiglie e delle imprese italiane e non si vede all’orizzonte un cambio di rotta sulla fiducia illimitata nelle virtù taumaturgiche del mercato e della finanza.

Come al solito bisogna fare da soli, e allora abbiamo cominciato con il riempire le piazze il 3 ottobre nella Giornata internazionale di lotta alla crisi e al carovita.

Nella stessa giornata del 3 ottobre USB ha inviato una richiesta di incontro per affrontare l’aumento delle tariffe, al Ministero del Lavoro e all’Osservatorio sul lavoro agile in cui sono rappresentate associazioni datoriali e organizzazioni sindacali firmatarie del protocollo sullo smart working.

Nella richiesta si rivendica la necessità di interventi urgenti ed esigibili per i lavoratori in smart working quali: il concorso economico al riconoscimento delle utenze, all’utilizzo degli spazi, oltre alla legittima corresponsione dei buoni pasto a partire da 8 €.

La modalità del lavoro agile sta mostrando l’altra faccia della medaglia, quella dello scarico dei costi sui dipendenti, alle prese con le tariffe che raddoppiano e con l’inflazione oltre l’8% che erodono salari fermi al palo da oltre un decennio.

Per l’USB si apre a livello nazionale e nelle aziende una stagione di iniziative per far pagare ai datori di lavoro i costi che scaricano sui lavoratori in smart working.

USB