Firmato il comma 165, pagate subito i lavoratori
Dopo aver seguito le vicende che hanno determinato la crisi del governo Berlusconi e l'avvio delle procedure istituzionali per la nascita di un governo "tecnico" sostenuto da larghe intese parlamentari, abbiamo l'amara consapevolezza che le misure anticrisi che fin qui hanno prodotto scelte dagli esiti drammatici per i lavoratori pubblici e per il Welfare, verranno ulteriormente rafforzate e inasprite. Ciò si potrà tradurre forse in un provvisorio miglioramento dei conti pubblici ma siamo altrettanto sicuri che i bilanci familiari dei lavoratori non miglioreranno affatto e anzi peggioreranno.
Preoccupano moltissimo le misure per la messa in mobilità dei lavoratori in esubero, con la cassa integrazione che diventa l'anticamera del licenziamento e preoccupa l'innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni, mentre si parla di superare (cioè eliminare) la pensione di anzianità contributiva. Accanto a queste misure che riguardano tutti i lavoratori pubblici, nel comparto Agenzie fiscali suscita molta preoccupazione la sorte del Comma 165, alla quale si lega in modo diretto e tangibile il reddito dei lavoratori del comparto.
Dopo le indiscrezioni e le anticipazioni anche intempestive sulla firma e sulle cifre stanziate per retribuire le prestazioni di lavoro del 2010, nella tarda serata di venerdì è arrivata la conferma ufficiale che la fatidica firma era stata messa. Insieme alla firma sono arrivate cifre che saranno senz'altro inferiori a quelle stanziate per il 2009 e che fanno quindi registrare il sostanziale dimezzamento dei fondi in appena cinque anni!
La crisi finanziaria, che è stata il pretesto per il blocco della contrattazione nazionale fino al 2018 continua a essere l'alibi per falcidiare il reddito delle lavoratrici e dei lavoratori. In attesa di conoscere l'esatto ammontare delle cifre stanziate per le Agenzie fiscali e per l'AAMS, al fine di mettere a punto un'analisi più puntuale sui tagli, vogliamo fare alcune considerazioni.
Il decreto appena firmato dal ministro Tremonti si incardina nell'esercizio finanziario 2009, con cui viene alimentato il fondo 2010 che con tutta probabilità verrà distribuito nel 2012. Le Agenzie fiscali continuano a essere un caso unico in tutta la Pubblica Amministrazione, per la modalità complicata e la lentezza con cui si determinano, si stanziano e si distribuiscono le risorse accessorie.
Preso atto di questo ennesimo ritardo pluriennale abbiamo chiesto l’immediata distribuzione delle risorse con criteri di equità e giustizia distributiva, senza ulteriori perdite di tempo in calcoli e formulette di produttività che non rispecchiano l’attività lavorativa e amplificano l’emergenza salariale.
Ma la nostra critica è principalmente sui meccanismi di retribuzione di questa parte del nostro salario. Legarne gli importi all’andamento delle entrate fiscali e al risparmio delle spese per interessi significa che se l’economia non gira il lavoratore del comparto fisco guadagna di meno, se lo spread sale il suo reddito scende; significa che il ministro di turno può decretare che gli scarsi risultati nella lotta all’evasione fiscale dipendono dalla scarsa produttività del settore e non - come invece è vero - dalla mancanza di volontà politica.
Nelle ultime manifestazioni della USB i lavoratori delle Agenzie fiscali hanno sfilato dietro lo striscione “Lasciateci stanare gli evasori”. Noi reclamiamo una giusta retribuzione, rivendichiamo la dignità del nostro lavoro, denunciamo la truffa che si nasconde dietro la logica della produttività. Il nostro reddito non può essere volatile come un titolo in borsa. Per questo USB chiede da sempre la stabilizzazione di queste risorse. Al bisogno di certezze si risponde invece con mobilità e cassa integrazione per i dipendenti pubblici.
Per chiedere investimenti sulla Pubblica Amministrazione e per protestare contro le ultime misure adottate contro i lavoratori pubblici, USB ha indetto una giornata di mobilitazione nazionale il prossimo 15 novembre. USB invita le lavoratrici e i lavoratori delle Agenzie Fiscali a partecipare a questa giornata di mobilitazione, che si articolerà con una iniziativa nazionale a Roma e con iniziative regionali in moltissimi capoluoghi, per difendere i diritti, il lavoro, le retribuzioni al di là del governo che c'é o che ci sarà.
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